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                 Chiesa del Gesù Nuovo di 
                Napoli 
                La Chiesa del Gesù 
                Nuovo fu costruita tra il 1584 ed il 1601 sull'antico Palazzo 
                Sanseverino.
                Il palazzo, progettato da Novello da San Lucano, per espresso 
                volere di Roberto Sanseverino principe di Salerno, fu ultimato 
                nel 1470. Da Roberto passò al figlio Antonello che, per 
                contrasti con la Corte Aragonese, subì la confisca dei beni e fu 
                costretto a fuggire da Napoli.
                Successivamente, suo figlio Roberto ottenne il perdono dal re di 
                Spagna e la famiglia poté tornare nel palazzo dove tenne in 
                seguito le celebri “accademie” che ne furono vanto. Ospite del 
                palazzo fu l'Aretino, che vi incontrò i letterati napoletani 
                Scipione Capece ed Antonio Mariconda.
                Ai tempi di Ferrante Sanseverino ed Isabella il palazzo era 
                celebre per la bellezza dei suoi interni, le sale affrescate, lo 
                splendido giardino. Era inoltre un punto di riferimento per la 
                cultura napoletana rinascimentale e barocca nella persona di 
                Bernardo Tasso, segretario di don Ferrante. Quando nel 1536 
                Carlo V venne a Napoli, reduce dalle sue imprese d'Africa, 
                Ferrante lo accolse nel suo palazzo, organizzando in suo onore 
                una festa sfarzosissima rimasta celebre nelle cronache 
                dell'epoca.
                Volta cassettonataSotto il viceregno di Don Pedro di Toledo, nel 
                1547 fu tentato di introdurre a Napoli l'inquisizione spagnola; 
                il popolo si ribellò e Ferrante Sanseverino sostenne 
                l'opposizione popolare. Pur riuscendo ad impedire questa grave 
                iattura per Napoli, tuttavia egli non poté evitare la vendetta 
                degli spagnoli che gli confiscarono tutti i suoi beni e lo 
                obbligarono nel 1552 ad andare in esilio.
                Passati i beni dei Sanseverino al fisco e messi in vendita per 
                volontà di Filippo II, nel 1584 il palazzo con i suoi giardini 
                fu venduto ai Gesuiti.
                All'interno della Chiesa una delle cappelle è dedicata al Santo 
                Giuseppe Moscati dove sono custoditi tra l'altro diversi mobili 
                ed oggetti personali del Santo.  | 
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