Cenni storici
Caselle in Pittari è un paese sorgente nel Parco Nazionale del
Cilento e del Vallo di Diano a 460 m. sul livello del mare.
Le indagini archeologiche compiute negli ultimi decenni documentano
che il territorio fu abitato sin dall´età preistorica; infatti nella
Grotta di San Michele si è rinvenuta ceramica appartenente
all´orizzonte preistorico.
Altre rinvenimenti, riferiti all´età del Bronzo Finale (1150 - 900
a.C.), si sono rinvenuti in località Laurelli.
Reperti, databili all´età del Ferro (fine VII sec. a.C.), sono stati
rinvenuti sul Colle Serra.
Nel V secolo a.C. i Lucani, provenienti dalle aree interne, si
insediano in località Laurelli luogo in cui impiantano un abitato
prolifico sino al III secolo a.C. epoca in cui il territorio fu
conquistato dai Romani.
A seguito della caduta dell´Impero romano Caselle è ricordato dalle
fonti per la pratica del culto dell´Arcangelo Michele, diffusosi nel
territorio nel VII secolo con l´arrivo dei monaci bizantini, sul
monte San Michele.
Agli inizi dell'XI secolo il principe longobardo di Salerno,
Guaimaro III, fondò sul Monte San Michele o Pittari l´Abbazia di
Sant´Angelo i cui resti sono tuttora visibili al di sotto del
complesso criptologico.
Nel 1067 Caselle è menzionata nella Lettera Pastorale con la quale
l´Arcivescovo di Salerno Alfano I annunciava al clero la nomina a
vescovo dell´abate di Cava, Pietro Pappacarbone, nella ricostituita
Diocesi di Policastro.
Nel 1137 Caselle è menzionata nel "Catalogus Baronum" come
"territorio" dipendente dal Cenobio e dalla chiesa di Santa Maria di
Grottaferrata di Rofrano. Sempre nello stesso elenco, nel 1154,
Caselle è registrata come possedimento di Gisulfo di Padula.
In epoca angioina, in particolare negli anni della guerra del Vespro
(1282 - 1302) combattuta dagli Angioini di Napoli e gli Aragonesi di
Sicilia, Caselle dovette costituire uno dei castri (fortezza) della
seconda linea difensiva interna come sembrano testimoniare i resti
del maschio a forma di torre cilindrica.
Nel 1299 Carlo II lo Zoppo assegna Caselle al Principato Citeriore e
divenne in seguito, nella prima metà del XIV secolo a.C.,
possedimento della famiglia Sanseverino (il primo feudatario fu
Almerico Sanseverino a cui successe il figlio Tommaso).
Nel 1386 il re di Napoli affidò Caselle a Guarello Orilia poiché i
Sanseverino gli si erano schierati contro nella lotta con Luigi II
D´Angiò.
Nel 1442, con l´inizio della dominazione aragonese (1442 - 1504) nel
Regno di Napoli, Caelle fu affidata ad Almerico, figlio di Tommaso
Sanseverino, a cui successe il figlio Guglielmo che nel 1485 prese
parte alla Congiura dei Baroni contro Ferrante D´Aragona. Le truppe
aragonesi ebbero la meglio e Guglielmo fu privato di tutti i suoi
feudi per aver partecipato alla Congiura: Alfonso II nominò
governatore il milite Valerio De Gizzis di Chieti.
Nel 1496 Guglielmo, per volere di Ferdinando II, fu reintegrato in
tuti i suoi beni e Caselle ritornò in possesso dei Sanseverino
(Roberto II rilevò nel 1506 la terra di Caselle a cui successe, nel
1510, Ferrante).
All´inizio del XVI secolo la dominazione spagnola sostituì quella
aragonese. Caselle, dopo anni difficili caratterizzati dalle
scorrerie dei pirati saraceni e turchi, si ingrandì e offrì
condizioni favorevoli di vita sino agli ultimi decenni del XVI
secolo. Nel 1570 Pietro De Stefano acquistò Caselle per la somma di
11.500 ducati. Il dominio dei De Stefano si protrasse sino al 1674
anno in cui Pietro, ultimo della nobile famiglia napoletana, fu
costretto a vendere il feudo al giudice Angelo Cristiani a causa dei
debiti che aveva assunto e che non riuscì a pagare: i nobili furono
costretti a contrarre debiti a causa delle carestie, dell´eccessivo
carico fiscale e delle epidemie che ridussero le entrate.
Nel 1683 il feudo fu ereditato dal figlio di Angelo Cristiani,
Didaco a cui successe il figlio Angelo Maria. Quest´ultimo mantenne
il feudo sino al 13 giugno 1764, giorno in cui divenne feudataria
del marchesato la figlia Chiara. Il feudo passò ai Mazzarotta che
dominarono sino all´eversione delle leggi feudali (1806).
Testo tratto dal sito:
www.comune.caselleinpittari.sa.it
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