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L E
G A M B I E N T E "G.E.N."
GRUPPO ESCURSIONISTI NATURALISTI
-
Sabato 08 luglio 2017
" Cala di Mitigliano "
- da
Sorrento
-.

Cala di Mitigliano
foto di Agostino De Maio tratte dal sito:
www.fotoeweb.it
Area
Marina Protetta "Punta Campanella"
itinerario storico-culturale ed escursione didattico-naturalistica
Percorso :
Sorrento - Massa centro - S. Maria – Termini – Cala di Mitigliano -
Termini.
lunghezza:
Km 10
segnaletica:
progetto Tolomeo e Cai n. 348
dislivello:
circa 650m.
difficoltà:
medio-alta
(E+)
durata:
5h
escluse le soste
motivi di interesse:
storico, naturalistico, panoramico, paesaggistico
approv. idrico:
Sorrento, Massa Centro, Termini.
Abbigliamento: leggero, cappellino (eventuale protezione solare),
scarpe da trekking,
costume e asciugamano per coloro volessero fare il bagno.
N.B: il direttore di escursione si riserva di rifiutare la
partecipazione a coloro che ritenesse non equipaggiati adeguatamente!
pranzo:
a sacco
mezzi di trasporto: eventuale
Bus SITA per ritorno da Termini a Sorrento, bus EAV per ritorno da Massa
a Sorrento:
i partecipanti sono invitati a procurarsi in anticipo i necessari
biglietti
direttore
di escursione:
Salvatore SCHIANO di COLA
Contributo: facoltativo
N.B:
L’attività proposta è riservata ai soci GEN i quali sono invitati a
portare con se la tessera non scaduta, eccezionalmente per i
simpatizzanti non ancora associati è possibile partecipare portando
possibilmente già compilata la scheda raccolta dati in allegato.
Massa Lubrense:
Secondo gli
antichi storici le suggestive coste del territorio lubrense, sede delle
mitiche Sirene, da cui il primitivo toponimo di Sirenusion,
videro il passaggio delle navi di Ulisse, che vi avrebbe fondato il
famosotempio di Athena.Al di là della leggenda, i presunti
aborigeni della zona furono due popoli di stirpe italica, gli Ausoni
e gli Osci. Di questi ultimi si trova testimonianza in
un’iscrizione scoperta pochi anni fa presso l’approdo orientale di Punta
Campanella.Con la formazione di unacolonia greca, il nome stesso
del tempio,Athenaion, passò a indicare tutta la punta estrema
della penisola, che tuttavia conservò spiccati caratteri ellenistici
anche inepoca romana, quando fu dettaPromontorium Minervae,
nome che appare sulla Tabula Peutingeriana (sec. IV), accanto alla prima
rappresentazione grafica del tempio.Solo nel I sec. dell’Impero Romano
riuscì a imporsi l’elemento latino, con l’arrivo di eminenti patrizi
venuti a trascorrervi ozi e villeggiatura in sontuose dimore.In quei
tempi non vi furono centri abitati di notevole importanza, ma è da
ricordare la presenza diveterani di Augustocome assegnatari di
pezzi di terra da coltivare. Intanto, prendevano corpo le prime
aggregazioni sociali, che stentatamente creavano altre attività
parallele a quelle agricole, pur restando queste ultime assolutamente
preponderanti. Sorgevanoi primi nuclei residenzialiche in seguito
diedero vita ai casali detti poi villaggi, e infine frazioni, che oggi,
di certo molto più consistenti per estensione e per numero di abitanti,
formano l’assetto socio-amministrativo del Comune. Il nome di Massacompare
dopo la brevedominazione longobarda(sec. VI), ma dovette passare
del tempo per affermarsi definitivamente. Massa damansa,
voce longobarda appunto che stava a indicare un luogo atto alla coltura.
Tale interpretazione è la più attendibile tra le varie etimologie
sostenute da alcuni autori. Al nome di Massa fu unito l’aggettivopubblica(938)
a significare una massa demaniale, un agro pubblico, evidentemente uno
di quelli che appartenevano allo stato sorrentino. L’attributolubrensis,
proprio dell’episcopato, sostituì quello dipubblicaintorno al
1306. Lubrense, cioè della Lobra, (delubrum= tempio), chiesa
cattedrale che sorgeva sulla spiaggia di Fontanella. Insieme
all’aggettivo, la municipalità assunse a suo stemma la venerata immagine
della Vergine della Lobra. Ordinariamente il nome di Massa senza
aggettivi si riferisce a quello che era il casale della cattedrale,
attualmente indicato come centro o capoluogo. Massa Lubrense fece parte
delDucato di Sorrentocon alterne fortune fino all’avvento delregno
normanno. Iniziò la sua emancipazione sotto gliSvevi,
costituendosi in civitas.Nel 1273 i suoi cittadini, in maggioranza
ghibellini, le procurarono la rappresaglia diCarlo D’Angiò, che
reincorporò il territorio in quello di Sorrento. Seguirono sconvolgenti
e confuse vicende fino al 1465, anno in cui si verificò uno degli
avvenimenti più tristi nella storia della città: la distruzione del
principale casale, quello dell’Annunziata, sede del Vescovo e
dell’autorità civile, l’unico munito di torre e di mura, a opera diFerrante
d’Aragona, che vi aveva posto l’assedio per due anni accampato nella
spianata antistante le falde settentrionali della collina. Giovanna
II di Durazzovi soggiornò in uno splendido palazzo, sui resti del
quale nel 1600 il gesuita Vincenzo Maggio innalzò l’imponente edificio
del Collegio con annessa un’alta torre di difesa, detta comunemente
il Torrione, importante opera di architettura delle fortificazioni e
massimo monumento cittadino. Durante ilvicereame spagnolo, Massa
Lubrense attraversò un periodo di travagliate vicende politiche
nell’afflizione di una miserevole decadenza morale e civile. Per colmo
di sventura, frequenti furono le invasioni dicorsari turchiche
nel 1558, dopo aver compiuto stragi orrende e saccheggi, portarono via
come schiavi un migliaio e mezzo di persone, in piccola parte poi
riscattate. La minaccia che ininterrottamente veniva dal mare costrinse
i massesi a erigere lungo la costa, a opportuna distanza,torri di
avvistamento, dalle quali si potesse dare l’allarme all’avvicinarsi
degli assalitori. Queste torri, quasi tutte ancora esistenti e più o
meno in stato di discreta conservazione, rappresentano una
caratteristica particolare del paesaggio. Nel 1656 la peste scoppiata a
Napoli qualche anno prima dilagò anche nelle codestee contrade,
facendovi moltissime vittime. Finalmente, durante ladominazione
borbonicaanche Massa risentì del progresso dei tempi e all’antica
civiltà contadina si affiancarono notevoli attività commerciali e
artigiane. Mancando vie di comunicazioni terrestri, una cospicua flotta
di grosse barche faceva rotta per la capitale e altri porti del
Mediterraneo, con forte movimento di esportazione (prodotti agricoli,
capi di bestiame, opere di artigianato) e di importazione (materie
prime, generi di consumo). Il commercio con Napoli fu talmente intenso
che un intero rione presso il molo di attracco fu chiamato Porta di
Massa. AllaRepubblica Partenopeai Massesi diedero un nobile
contributo di uomini e di idee. Tre concittadini, Luigi Bozzaotra,
Severo Caputo e Nicola Pacifico, impavidi campioni di libertà, scrissero
il loro nome nell’albo dei martiri della repressione. Nel 1808
Gioacchino Murat diresse da Massa le operazioni militari contro gli
Inglesi che occupavano Capri. Non mancarono cospirazioni carbonare dopo
il ritorno dei Borboni sul trono di Napoli, fino alla liberazione del
Regno delle Due Sicilie, cui seguì l’Unità d’Italia. L’apertura
di cave di pietre (le più importanti quelle di Vitale e di Ieranto, oggi
entrambe disattivate) attirò l’immigrazione nel Comune di lavoratori
provenienti dalla Sardegna, che senza eccessive difficoltà si inserirono
nel contesto sociale massese diventandone parte integrante e
assimilandone usi e costumi. Durante laseconda guerra mondialeun
gran numero di sfollati, specialmente da Napoli, che veniva duramente
bombardata, si alloggiò nelle cosiddette case padronali, in mezzo ai
poderi di cui essi stessi erano proprietari per aver i loro antenati,
appartenenti alla ricca borghesia, preferito questa forma
d’investimento. E dopo l’armistizio del 1943 decine di soldati sbandati,
già in forza alle postazioni di difesa costiera delle Tore e di Reoia,
trovarono asilo presso famiglie massesi disponibili a umana solidarietà.
Molti di essi a guerra finita vi si accasarono e vi rimasero; altri
tornarono ai luoghi di origine con le giovani spose. Gli ultimi decenni
sonostoria recentedi vita democratica e di sviluppo. L’economia
agricola, nonostante la crisi del settore, rimane abbastanza florida,
mentre la domanda turistica interna e internazionale è sufficientemente
soddisfatta, grazie al potenziamento e al miglioramento delle strutture
ricettive e delle reti di comunicazione.
Santa Maria:
uno dei casali più antichi del territorio lubrense.
Anticamente la frazione di Santa Maria era denominata Belvedere, ma il
nome fu cambiato nell’attuale Santa Maria della Misericordia, per
particolare protezione verso i processati e i condannati negli Uffici di
Giustizia che qui si trovavano.
Chiesa di Santa Maria della Misericordia -
Recentemente restaurata, questa chiesa del Cinquecento presenta un bel
pavimento maiolicato con ornati settecenteschi, elaborate lavorazioni a
stucco e dipinti della stessa epoca. Notevole è un quadro di Guido Reni,
un vero capolavoro del pittore bolognese, raffigurante la sacra
Famiglia, donato dal pittore alla famiglia De Curtis che lo ospitò. La
navata è spaziosa con abside e cupola e a pianta quadrata. Sulla porta
d’ingresso, del 1613, vi è una quattrocentesca statuetta della Madonna
coi Bambino. L’Altare Maggiore, del 600, in bellissimi marmi policromi,
apparteneva alla Chiesa di S. Giuseppe del Quartiere, qui trasferito nel
1808. Sopra è l’effige antica della Misericordia. A sinistra della porta
d’ingresso, nella parete della navata, si apre la Cappella dedicata
all’Annunziata del sec. XVI, poi passò sotto il titolo di S. Maria della
Carità.
Termini:
Belvedere su Capri, Termini è il punto di partenza per le suggestive
escursioni a piedi sulPromontorium Minervae.
Posta proprio di fronte a
Capri, sul colle ai piedi del Monte San Costanzo a 330 metri di altezza
dal mare, la frazione di Termini gode di una posizione invidiabile dal
punto di vista paesaggistico. L’origine del suo nome potrebbe forse
derivare proprio dall’essere la frazione più prossima a Punta
Campanella.
A sud di Termini si eleva il Monte San Costanzo, sulla cui vetta
orientale sorge la cappella dedicata al santo. A sud il crinale,
spartiacque fra i golfi di Napoli e di Salerno, scende direttamente
verso il mare fino a Punta Campanella, con Capri di fronte a soli cinque
chilometri di distanza. La Campanella è congiunta a Termini dall’antica
via Minerva. Essa passa presso due località notevoli: la prima è detta
Fossa di Papa, e vi era forse un’antica necropoli greca; l’altra è detta
Mitigliano, in questo punto (250 mt) sorgeva un’antica Abbazia, e vi è
tuttora la piccola e venerata
Chiesa di Santa Maria della
Misericordia
Recentemente restaurata, questa chiesa del Cinquecento presenta un bel
pavimento maiolicato con ornati settecenteschi, elaborate lavorazioni a
stucco e dipinti della stessa epoca. Notevole è un quadro di Guido Reni,
un vero capolavoro del pittore bolognese, raffigurante la sacra
Famiglia, donato dal pittore alla famiglia De Curtis che lo ospitò. La
navata è spaziosa con abside e cupola e a pianta quadrata. Sulla porta
d’ingresso, del 1613, vi è una quattrocentesca statuetta della Madonna
coi Bambino. L’Altare Maggiore, del 600, in bellissimi marmi policromi,
apparteneva alla Chiesa di S. Giuseppe del Quartiere, qui trasferito nel
1808. Sopra è l’effige antica della Misericordia. A sinistra della porta
d’ingresso, nella parete della navata, si apre la Cappella dedicata
all’Annunziata del sec. XVI, poi passò sotto il titolo di S. Maria della
Carità.
La Cala di Mitiglianoè
il posto ideale per chi desidera godersi un momento di relax in
spiaggia, in compagnia di un panorama mozzafiato.
La Cala di Mitigliano è
un’ampia
e amena baia dal mare cristallino;
il fantastico panorama sull’isola di Capri e Punta Campanella rende
questa baia di una bellezza incantevole. La baia è delimitata da rocce
alte e a picco, anche la spiaggetta è contraddistinta dalla presenza di
rocce e sassi di varia misura; sul lato destro, una costruzione a forma
di torre circolare, utilizzata in passato per la produzione della calce,
ricorda il tempo in cui la cava era attiva. Il ripido sentiero da
percorrere a piedi si dirama dopo pochi metri dal lato destro della
strada principale e permette di ammirare lachiesetta
di Santa Maria di Mitigliano,
costruita sui resti di un’antica abbazia. In 30 minuti circa di cammino
si raggiungerà la spiaggetta.
Appuntamento:
ore
9.10 stazione
Circum di Sorrento
Dare sempre un cenno di adesione, prenotandovi possibilmente entro la
mattina del giorno precedente l'escursione!
Luogo degli appuntamenti, ora e itinerari potrebbero subire variazioni
anche all'ultimo momento.
Contattare:
Salvatore SCHIANO di COLA 339.1565780
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