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L E
G A M B I E N T E "G.E.N."
GRUPPO ESCURSIONISTI NATURALISTI
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Sabato 6 Maggio 2017
" Da Sorrento a Marina della Lobra "
- da Sorrento -

foto di Agostino De Maio tratte dal sito:
www.fotoeweb.it
Area
Marina Protetta "Punta Campanella"
itinerario storico-culturale ed escursione didattico-naturalistica
Percorso:
Sorrento– Priora –
Massalubrense
centro - S. Maria-Annunziata-Villa Gioacchino Murat, - S. Liberatore -
Marina della Lobra - Massalubrense
centro.
lunghezza:
Km
14
segnaletica:
locale e Progetto Tolomeo
dislivello:
150m
difficoltà:
media (E)
per lunghezza
durata:
5h
escluse le soste
motivi di interesse:
storico, naturalistico, panoramico, paesaggistico
approv. idrico:
a Sorrento,
Massa, S. Maria e Marina della Lobra
pranzo:
a sacco
Abbigliamento:
leggero, cappellino (eventuale protezione solare), costume e asciugamano
per coloro volessero fare il bagno.
mezzi di trasporto:
Circumvesuviana, bus EAV
(procurarsi in anticipo il biglietto di ritorno Massa-Sorrento o Meta)
Direttore di escursione:
Salvatore SCHIANO di COLA
Descrizione:
L'itinerario di questa giornata inizia da Sorrento per
raggiungere dopo una nol lunga serie di gradinate il borgo di Priora per
poi proseguire con leggeri saliscendi. Infine dalla Marina della Lobra
sarà necessario risalire a Massa centro o a Sammontano per fare ritorno
a mezzo bus EAV a Sorrento o Meta
Massa Lubrense:
Secondo gli
antichi storici le suggestive coste del territorio lubrense, sede delle
mitiche Sirene, da cui il primitivo toponimo di
Sirenusion, videro il passaggio delle navi di Ulisse,
che vi avrebbe fondato il famoso tempio
di Athena.Al di là della leggenda, i presunti aborigeni della
zona furono due popoli di stirpe italica, gli
Ausoni e gli Osci. Di questi
ultimi si trova testimonianza in un’iscrizione scoperta pochi anni fa
presso l’approdo orientale di Punta Campanella.Con la formazione di una colonia
greca, il nome stesso del tempio, Athenaion,
passò a indicare tutta la punta estrema della penisola, che tuttavia
conservò spiccati caratteri ellenistici anche in epoca
romana, quando fu detta Promontorium
Minervae, nome che appare sulla Tabula Peutingeriana (sec. IV),
accanto alla prima rappresentazione grafica del tempio.Solo nel I sec.
dell’Impero Romano riuscì a imporsi l’elemento latino, con l’arrivo di
eminenti patrizi venuti a trascorrervi ozi e villeggiatura in sontuose
dimore.In quei tempi non vi furono centri abitati di notevole
importanza, ma è da ricordare la presenza di veterani
di Augusto come
assegnatari di pezzi di terra da coltivare. Intanto, prendevano corpo le
prime aggregazioni sociali, che stentatamente creavano altre attività
parallele a quelle agricole, pur restando queste ultime assolutamente
preponderanti. Sorgevano i
primi nuclei residenziali che
in seguito diedero vita ai casali detti poi villaggi, e infine frazioni,
che oggi, di certo molto più consistenti per estensione e per numero di
abitanti, formano l’assetto socio-amministrativo del Comune. Il
nome di Massa compare
dopo la breve dominazione
longobarda (sec.
VI), ma dovette passare del tempo per affermarsi definitivamente. Massa
da mansa,
voce longobarda appunto che stava a indicare un luogo atto alla coltura.
Tale interpretazione è la più attendibile tra le varie etimologie
sostenute da alcuni autori. Al nome di Massa fu unito l’aggettivo pubblica (938)
a significare una massa demaniale, un agro pubblico, evidentemente uno
di quelli che appartenevano allo stato sorrentino. L’attributo lubrensis,
proprio dell’episcopato, sostituì quello di pubblica intorno
al 1306. Lubrense, cioè della Lobra, (delubrum =
tempio), chiesa cattedrale che sorgeva sulla spiaggia di Fontanella.
Insieme all’aggettivo, la municipalità assunse a suo stemma la venerata
immagine della Vergine della Lobra. Ordinariamente il nome di Massa
senza aggettivi si riferisce a quello che era il casale della
cattedrale, attualmente indicato come centro o capoluogo. Massa Lubrense
fece parte del Ducato
di Sorrento con
alterne fortune fino all’avvento del regno
normanno. Iniziò la sua emancipazione sotto gli Svevi,
costituendosi in civitas.Nel 1273 i suoi cittadini, in maggioranza
ghibellini, le procurarono la rappresaglia di Carlo
D’Angiò, che reincorporò il territorio in quello di Sorrento.
Seguirono sconvolgenti e confuse vicende fino al 1465, anno in cui si
verificò uno degli avvenimenti più tristi nella storia della città: la
distruzione del principale casale, quello dell’Annunziata, sede del
Vescovo e dell’autorità civile, l’unico munito di torre e di mura, a
opera di Ferrante
d’Aragona, che vi aveva posto l’assedio per due anni accampato
nella spianata antistante le falde settentrionali della collina.
Giovanna II di Durazzo vi
soggiornò in uno splendido palazzo, sui resti del quale nel 1600 il
gesuita Vincenzo Maggio innalzò l’imponente edificio del Collegio con
annessa un’alta torre di difesa, detta comunemente il Torrione,
importante opera di architettura delle fortificazioni e massimo
monumento cittadino. Durante il vicereame
spagnolo, Massa Lubrense attraversò un periodo di travagliate
vicende politiche nell’afflizione di una miserevole decadenza morale e
civile. Per colmo di sventura, frequenti furono le invasioni di corsari
turchi che nel
1558, dopo aver compiuto stragi orrende e saccheggi, portarono via come
schiavi un migliaio e mezzo di persone, in piccola parte poi riscattate.
La minaccia che ininterrottamente veniva dal mare costrinse i massesi a
erigere lungo la costa, a opportuna distanza, torri
di avvistamento, dalle quali si potesse dare l’allarme
all’avvicinarsi degli assalitori. Queste torri, quasi tutte ancora
esistenti e più o meno in stato di discreta conservazione, rappresentano
una caratteristica particolare del paesaggio. Nel 1656 la peste
scoppiata a Napoli qualche anno prima dilagò anche nelle codestee
contrade, facendovi moltissime vittime. Finalmente, durante la dominazione
borbonica anche
Massa risentì del progresso dei tempi e all’antica civiltà contadina si
affiancarono notevoli attività commerciali e artigiane. Mancando vie di
comunicazioni terrestri, una cospicua flotta di grosse barche faceva
rotta per la capitale e altri porti del Mediterraneo, con forte
movimento di esportazione (prodotti agricoli, capi di bestiame, opere di
artigianato) e di importazione (materie prime, generi di consumo). Il
commercio con Napoli fu talmente intenso che un intero rione presso il
molo di attracco fu chiamato Porta di Massa. Alla Repubblica
Partenopea i
Massesi diedero un nobile contributo di uomini e di idee. Tre
concittadini, Luigi Bozzaotra, Severo Caputo e Nicola Pacifico, impavidi
campioni di libertà, scrissero il loro nome nell’albo dei martiri della
repressione. Nel 1808 Gioacchino Murat diresse da Massa le operazioni
militari contro gli Inglesi che occupavano Capri. Non mancarono
cospirazioni carbonare dopo il ritorno dei Borboni sul trono di Napoli,
fino alla liberazione del Regno delle Due Sicilie, cui seguì l’Unità
d’Italia. L’apertura di cave di pietre (le più importanti
quelle di Vitale e di Ieranto, oggi entrambe disattivate) attirò
l’immigrazione nel Comune di lavoratori provenienti dalla Sardegna, che
senza eccessive difficoltà si inserirono nel contesto sociale massese
diventandone parte integrante e assimilandone usi e costumi. Durante la seconda
guerra mondiale un
gran numero di sfollati, specialmente da Napoli, che veniva duramente
bombardata, si alloggiò nelle cosiddette case padronali, in mezzo ai
poderi di cui essi stessi erano proprietari per aver i loro antenati,
appartenenti alla ricca borghesia, preferito questa forma
d’investimento. E dopo l’armistizio del 1943 decine di soldati sbandati,
già in forza alle postazioni di difesa costiera delle Tore e di Reoia,
trovarono asilo presso famiglie massesi disponibili a umana solidarietà.
Molti di essi a guerra finita vi si accasarono e vi rimasero; altri
tornarono ai luoghi di origine con le giovani spose. Gli ultimi decenni
sono storia
recente di
vita democratica e di sviluppo. L’economia agricola, nonostante la crisi
del settore, rimane abbastanza florida, mentre la domanda turistica
interna e internazionale è sufficientemente soddisfatta, grazie al
potenziamento e al miglioramento delle strutture ricettive e delle reti
di comunicazione.
Il borgo dell’Annunziata
situato nella zona
collinare di Massa Lubrense, la frazione dell’Annunziata è la più ricca
di memorie storiche: è qui che i Normanni fondarono il primo
insediamento della città di Massa.Un tempo centro storico di
Massa, la frazione dell’Annunziata è oggi uno
dei borghi più caratteristici del comune: un pugno di
case, dai tipici tetti a volta, a circa 200 metri sul livello del mare,
arroccate tra il Castello Aragonese e l’antica Cattedrale. Un intrigo di
vicoli e scalinate mette in comunicazione tra loro le antiche abitazioni
del borgo, quasi tutte realizzate tra i secoli XIV e XVI. Distrutta
dagli Angioini, e ancora dagli Aragonesi, l’Annunziata fu parzialmente
riedificata nel Cinquecento. Anche le mura furono rifatte dopo la
catastrofe del 1558: ancora oggi si può ammirare parte dell’antica
cinta muraria che
sorgeva attorno al Castello
Aragonese. Nel luogo dove era il castello, sulla sommità della
collina, fu poi eretta una torre cilindrica di difesa. Recentemente, in
seguito ad alcuni lavori di ristrutturazione, l’antica torre è
stata aperta al pubblico: la si raggiunge percorrendo la ripida
gradinata che, dalla piazza antistante la Chiesa della SS. Annunziata,
serpeggia tra le case del borgo, tutte realizzate nel caratteristico
tufo grigio sorrentino. La veduta che si gode dal castello è tra le più
suggestive della Penisola Sorrentina: in un colpo d’occhio si ammira il
Golfo di Napoli, le colline del Deserto, delle Tore e l’isola di Capri
che quasi si tocca con mano. La Chiesa
dell’Annunziata, nella piazzetta del piccolo borgo, fu
cattedrale fino al 1465, quando la sede episcopale fu definitivamente
trasferita nella chiesa di Santa Maria della Grazie a Massa Centro, dove
rimase fino alla soppressione definitiva della diocesi lubrense nel
1801; l’annesso Conservatorio è oggi un convento dei Frati Minimi di San
Francesco di Paola. Poco distante, Torre Turbolo (eretta
tra il 1607 e il 1614 come sede del Monte dei Pegni) e il più
recente belvedere, attrezzato con bacheche, panchine, aiuole e un
gazebo. Il belvedere
dell’Annunziata è il punto panoramico per eccellenza per
ammirare Capri e la costa Massese.
Più a valle, dove termina la
rotabile, la settecentesca Villa Murat (o
Villa Rossi), da cui nel 1808 il Re di Napoli Gioacchino Murat,
ospitato dal letterato Andrea Rossi, diresse l’assedio contro gli
inglesi per la riconquista di Capri. Sempre in una stanza della stessa
villa Gioacchino Murat firmò la capitolazione dell’isola.
Marina della Lobra
costituisce il piccolo porto del
comune di Massa Lubrense. Essa prende il nome dall'antica chiesa
sovrastante, dedicata alla Madonna della Lobra, protettrice del luogo.
Il piccolo porto si presenta come un'insenatura naturale che ospita
molteplici imbarcazioni da diporto e da pesca. Il luogo si caratterizza
anche per le costruzioni, ancora in stile mediterraneo, che si
armonizzano pienamente con il paesaggio circostante e richiamano alla
semplicità della vita del borgo antico.
Scoglio del Vervece
Davanti
il porto della Marina
della Lobra, vi è un isolotto, detto ilVervece, dove a
settembre ha luogo una cerimonia con celebrazione della Messa sullo
scoglio cui assistono centinaia di imbarcazioni locali e non, con
deposizione di corone di fiori sulla statua della Madonna collocata sul
fondale a circa 11 m di profondità, nei pressi dello scoglio
Appuntamento: ore 9,10 stazione
Circum di Sorrento.
Dare sempre un cenno di adesione, prenotandovi possibilmente entro il
giorno precedente l'escursione!
Luogo degli appuntamenti, ora e itinerari potrebbero subire variazioni
anche all'ultimo momento.
N.B: il direttore di escursione si riservano di rifiutare la
partecipazione a coloro che ritenessero non equipaggiati adeguatamente!
Contributo: facoltativo
N.B:
L’attività proposta è riservata ai soci GEN i quali sono invitati a
portare con se la tessera non scaduta, eccezionalmente per i
simpatizzanti non ancora associati è possibile partecipare portando
possibilmente già compilata la scheda raccolta dati in allegato.
Dare sempre un cenno di adesione, prenotandovi possibilmente entro il
giorno precedente l'escursione!
Luogo
degli appuntamenti, ora e itinerari potrebbero subire variazioni anche
all'ultimo momento.
Contattare: Salvatore
SCHIANO di COLA 339.1565780
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