
L E
G A M B I E N T E "G.E.N."
GRUPPO ESCURSIONISTI NATURALISTI
-
Domenica 26 febbraio 2017
"IL GAURO”
la vetta dei Campi Flegrei

Foto di Giovanni Mantova
Parco regionale dei Campi Flegrei
Itinerario:
porta di Campiglione – Corvara - Cisterne Romane - Monte Sant’Angelo
alla Corvara - Monte Barbaro - chiesa del S.S. Salvatore - (sosta per
colazione) discesa strada Corney Park – porta di Campiglione.
difficoltà:
media (
E+
) per ultimo tratto in ripida discesa
lunghezza:
circa 6km
dislivello:
350m
durata:
5/6 ore comprese le soste
segnaletica:
assente ma il sentiero è evidente
motivi di interesse:
storico, geologico, naturalistico, panoramico, paesaggistico.
approv. idrico:
bar
Abbigliamento:
a strati,
scarpe da trekking,
consigliati i bastoncini, giacca a vento impermeabile e parapioggia per
il malaugurato caso di improvvise
variazioni del meteo o cappellino x il sole.
mezzi di trasporto: auto proprie
(per i non automuniti procurarsi in anticipo eventuali posti
disponibili)
pranzo:
a sacco
direttore di escursione:
Giovanni Mantova
Contributo: facoltativo
N.B:
L’attività proposta è riservata ai soci GEN i quali sono invitati a
portare con se la tessera non scaduta, eccezionalmente per i
simpatizzanti non ancora associati è possibile partecipare portando
possibilmente già compilata la scheda raccolta dati in allegato.
N.B: il direttore di escursione si riserva di rifiutare la
partecipazione a coloro che ritenesse non equipaggiati adeguatamente!
Descrizione:
Il cratere del Gauro è il più alto rilievo dei Campi Flegrei e il
periplo del crinale del cratere consente una visione a 360° dell'intero
territorio circostante. La presenza di ruderi di antichi edifici di
epoca romana (cisterne per la raccolta dell'acqua) e chiese medioevali
rendono particolarmente interessante l'escursione che potrà spaziare tra
il naturalistico e lo storico/archeologico.
Il
Monte Barbaro, il Monte Sant’Angelo e il Monte Corvara formano il
complesso vulcanico del Gauro, il vulcano più alto dei Campi Flegrei. La
sua eruzione risale a oltre 12’000 anni fa ed è avvenuta in ambiente
sottomarino. La macchia mediterranea si alterna a boschi di castagno,
querce e leccio. Il Monte Barbaro sorge vicino alla costa e rappresenta
un punto di riferimento importante per l’avifauna migratrice
primaverile, proveniente dalle coste africane. Il versante meridionale,
inoltre, è ricco di specie anche nelle stagioni autunnale e invernale.
La fauna comprende mammiferi (pipistrelli, volpe, donnola, riccio),
rettili (ramarro, biacco) e uccelli (allodola, falco pellegrino, averla,
tortora, quaglia, gheppio, poiana).
Il
cratere del Gauro costituisce l’estrema propaggine dei Campi Flegrei
prima della Pianura Campana. Il monte fu abitato fin dalla prima Età del
Bronzo: questi insediamenti preistorici, dovuti a popolazioni della
civiltà appenninica, furono probabilmente distrutti da un’eruzione
vulcanica. In epoca greca l’altura dovette rientrare nella zona
d’influenza cumana. Successivamente dopo essere stata, nel 342 a.C.,
teatro di una vittoria della Repubblica Romana sui Sanniti (Battaglia
del Monte Gauro), venne a far parte dell’ “Ager Campanus” e poi, dal 194
a.C., del territorio della colonia romana di “Puteoli”. In età romana
furono edificate sul Gauro numerose “villae rusticae” (residenze di
campagna e fattorie) e anche ville residenziali. In epoca romana il
territorio era apprezzato per la sua fertilità e soprattutto per la
produzione di eccellenti vini: alcuni scrittori latini (Stazio, Lucano,
Giovenale, Plinio ecc.) fanno riferimento “Falernus Gauranus”. In epoca
medioevale le comunità di religiosi del Gauro, con l’aiuto di
agricoltori e coloni locali, favorirono il sorgere di molte nuove
coltivazioni di Falanghina e Piedirosso.
Sulla
sommità del Monte Barbaro si trovano i ruderi della Chiesa del Cristo
Salvatore (XI secolo) con annesso monastero. Da questa chiesa il Monte
Barbaro prese il nome di Monte di Cristo o del Salvatore. Sul Monte
Sant’Angelo si trovano la Chiesa e il Convento dell’ Arcangelo San
Michele (XIV secolo), fondati dal Re Roberto D’Angiò (1306-1343) e
donati alle Clarisse del Monastero di Santa Chiara di Napoli che, sin
dal 1313, possedevano il Monte Sant’Angelo e le terre circostanti. Il
complesso monastico fu completamente ricostruito in seguito all’eruzione
del Monte Nuovo (1538).
Ambiente:
castagneto, carpinella, acero campestre, roverella, macchia
mediterranea.
Appuntamento:
ore 09,00 - uscita tangenziale di Pozzuoli via Campana a destra a pochi
metri
(Bar LA SOSTA dopo pizzeria “IL RUCO”)
Dare sempre un cenno di adesione, prenotandovi possibilmente entro la
mattina del giorno precedente l'escursione!
Luogo degli appuntamenti, ora e itinerari potrebbero subire variazioni
anche all'ultimo momento.
Contattare:
Giovanni Mantova 3687493410
|