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Vallo della Lucania è un
comune di circa settemila abitanti della provincia di Salerno.
Situato in una valle circondata tra le colline che degradano verso
il Mar Tirreno, il suo territorio è delineato a est dal monte
Gelbison e a ovest dal monte Stella. Ha uno scalo ferroviario di RFI
S.p.A. (denominato "Vallo della Lucania - Castelnuovo") situato tra
i comuni di Casal Velino e Castelnuovo Cilento.
L’antico nome di Vallo della Lucania era, secondo lo storico
Giuseppe Maiese, Castrum Cornutum, dal luogo di origine dei suoi
fondatori, che, provenienti da Cornutum, città della Dalmazia, vi
giunsero non più tardi del secolo IX. Se la prima menzione sul
Casale dei “Cornuti” risale a due pergamene del XIII secolo,
ritrovate nella Badia di Cava che, per le caratteristiche di nodo
viario accessibile e di fiorente polo di sviluppo economico, è
residenza di un funzionario longobardo, delegato dal governo
centrale nell’amministrazione politico-giuridica-militare della
zona. Al suo nome – Castrum Cornutorum – appare verosimile, secondo
il Rossi, sia collegato l’appellativo carniculari attribuito ai capi
del presidio romano, funzionari nell’amministrazione periferica. In
realtà Vallo era costituita da due casali – Spio e Cornuti (o Vallo)
– divisi da un fiume attraversato da due ponti, poi ricoperto nel
tratto antistante il Municipio, nell’odierna piazza Vittorio
Emanuele. Lo sviluppo del borgo - costituito da una serie di fondi
rustici, appartenenti ai signori della baronia di Novi - si ebbe,
alla fine del XV secolo, quando esso passò sotto il dominio della
Santa Casa dell’Annunziata di Napoli. Dopo il secolo XVI, durante il
quale si registrò una continua ascesa economico-sociale, nel corso
del 1600, nonostante le continue carestie e la peste che aveva
distrutto intere popolazioni, Spio e Cornuti assestarono il loro
ruolo di rilievo nell’ambito dello Stato di Novi. Nel XVIII secolo
il paese mutò il nome originario in Vallo di Novi. In quest’epoca
raggiunse la sua massima prosperità grazie alla lavorazione della
seta e del cuoio. Con queste attività e con l’istituzione del
mercato, Vallo divenne un centro ricchissimo, e potè salvarsi dalle
varie carestie che si susseguirono in quel secolo, tra cui quella,
tremenda, del grano del 1764. Per opera del clero, sul finire del
XVIII secolo, assunse il ruolo di fiorente centro culturale, con la
fondazione di scuole di teologia, filosofia e grammatica. Nel 1806,
sotto il governo francese, fu designato capoluogo di distretto; nel
1808 - per volere di Gioacchino Murat - i Casali di Massa, Angellara
e Pattano furono annessi al Comune di Vallo, nato dall’unificazione
dei due storici casali, come rappresentato nello stemma del comune,
che raffigura nella parte superiore un cuore squarciato da due mani
(Corinoti), e in quella inferiore una torre con sentinella (Spio).
Nel 1809 furono istituite le scuole pubbliche, e Vallo fu elevata a
sede di Sottointendenza e di Consiglio Distrettuale. Nel 1850 fu
inaugurato il Tribunale circondariale e nel 1851 vi si stabilì
l’omonima Diocesi. A partire dai moti del 1820-‘21, passando per
quelli del ‘28 e del ’48, fino all’epopea garibaldina, Vallo della
Lucania rappresentò l’anima e il centro propulsore di ogni
iniziativa patriottica e rivoluzionaria. Dopo l’unità d’Italia, si
registrò una lieve crisi economica, dovuta alla forte crescita
demografica, al non sempre fiorente andamento del settore
commerciale e dell’artigianato, alla difficoltà dei piccoli
coltivatori di sostenere la pressione del latifondo. Tutto ciò
favorì l’esodo dei cittadini vallesi verso il continente americano,
ormai meta agognata e sogno di buona parte della gioventù cilentana.
Questo fenomeno, eccetto nella parentesi di forzata interruzione del
periodo fascista, durerà fino agli anni sessanta. Oggi, Vallo della
Lucania, con le frazioni di Massa, Angellara e Pattano, conta un
numero di abitanti pari a 8.762 unità, e si può definire il centro
commerciale e di servizi più importante del Cilento. In promiscuità
con Novi e Cannalonga, Vallo detiene, altresì, la proprietà del
Monte Gelbison, montagna sacra, che vanta uno dei luoghi di culto
più rinomati e belli del Meridione, il Santuario della Madonna di
Novi Velia. Questo antichissimo santuario basiliano si trova a soli
20 chilometri di distanza da Vallo, ad un’altezza di 1700 m., ed è
meta ogni anno di migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte
d’Italia.
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