lunghezza:
Km
6
segnaletica:
locale e progetto Tolomeo
dislivello:
circa 100m
difficoltà:
medio
bassa
(E-)
durata:
3h
escluse le soste.
motivi di interesse:
storico, naturalistico,
panoramico, paesaggistico
approv. idrico:
Sorrento, Massa centro, Marina
della Lobra.
Abbigliamento: leggero, cappellino
(eventuale protezione solare),
scarpe da
jogging,
costume e asciugamano per coloro
volessero fare il bagno.
N.B: il direttore di escursione si
riserva di rifiutare la
partecipazione a coloro che
ritenesse non equipaggiati
adeguatamente!
pranzo:
a sacco.
mezzi di trasporto: eventuale
bus EAV per ritorno da Massa
Centro :
si invita a procurarsi in anticipo
il necessario biglietto.
direttori
di escursione:
Salvatore SCHIANO di COLA e
Luigi Mascolo
Contributo: facoltativo
N.B:
L’attività proposta è riservata ai
soci GEN i quali sono invitati a
portare con se la tessera non
scaduta, eccezionalmente per i
simpatizzanti non ancora associati
è possibile partecipare portando
possibilmente già compilata la
scheda raccolta dati in allegato.
Descrizione:
(la passeggiata proposta non è
particolarmente impegnativa così
da permettere anche una sosta più
lunga per la spiaggia)
Massa Lubrense:
Secondo gli antichi storici le
suggestive coste del territorio
lubrense, sede delle mitiche
Sirene, da cui il primitivo
toponimo di Sirenusion,
videro il passaggio delle navi di
Ulisse, che vi avrebbe fondato il
famoso tempio di Athena.Al
di là della leggenda, i presunti
aborigeni della zona furono due
popoli di stirpe italica, gli
Ausoni e gli Osci. Di
questi ultimi si trova
testimonianza in un’iscrizione
scoperta pochi anni fa presso
l’approdo orientale di Punta
Campanella.Con la formazione di
una colonia greca, il nome
stesso del tempio, Athenaion,
passò a indicare tutta la punta
estrema della penisola, che
tuttavia conservò spiccati
caratteri ellenistici anche in
epoca romana, quando fu detta
Promontorium Minervae, nome
che appare sulla Tabula
Peutingeriana (sec. IV), accanto
alla prima rappresentazione
grafica del tempio. Solo nel I
sec. dell’Impero Romano riuscì a
imporsi l’elemento latino, con
l’arrivo di eminenti patrizi
venuti a trascorrervi ozi e
villeggiatura in sontuose
dimore.In quei tempi non vi furono
centri abitati di notevole
importanza, ma è da ricordare la
presenza di veterani di Augusto
come assegnatari di pezzi di
terra da coltivare. Intanto,
prendevano corpo le prime
aggregazioni sociali, che
stentatamente creavano altre
attività parallele a quelle
agricole, pur restando queste
ultime assolutamente
preponderanti. Sorgevanoi primi
nuclei residenziali che in
seguito diedero vita ai casali
detti poi villaggi, e infine
frazioni, che oggi, di certo molto
più consistenti per estensione e
per numero di abitanti, formano
l’assetto socio-amministrativo del
Comune. Il nome di Massa
compare dopo la breve
dominazione longobarda (sec.
VI), ma dovette passare del tempo
per affermarsi definitivamente.
Massa da mansa, voce
longobarda appunto che stava a
indicare un luogo atto alla
coltura. Tale interpretazione è la
più attendibile tra le varie
etimologie sostenute da alcuni
autori. Al nome di Massa fu unito
l’aggettivopubblica(938) a
significare una massa demaniale,
un agro pubblico, evidentemente
uno di quelli che appartenevano
allo stato sorrentino. L’attributo
lubrensis, proprio
dell’episcopato, sostituì quello
di pubblica intorno al
1306. Lubrense, cioè della Lobra,
(delubrum = tempio), chiesa
cattedrale che sorgeva sulla
spiaggia di Fontanella. Insieme
all’aggettivo, la municipalità
assunse a suo stemma la venerata
immagine della Vergine della Lobra.
Ordinariamente il nome di Massa
senza aggettivi si riferisce a
quello che era il casale della
cattedrale, attualmente indicato
come centro o capoluogo. Massa
Lubrense fece parte del Ducato
di Sorrento con alterne
fortune fino all’avvento del
regno normanno. Iniziò la sua
emancipazione sotto gli Svevi,
costituendosi in civitas. Nel 1273
i suoi cittadini, in maggioranza
ghibellini, le procurarono la
rappresaglia di Carlo D’Angiò,
che reincorporò il territorio in
quello di Sorrento. Seguirono
sconvolgenti e confuse vicende
fino al 1465, anno in cui si
verificò uno degli avvenimenti più
tristi nella storia della città:
la distruzione del principale
casale, quello dell’Annunziata,
sede del Vescovo e dell’autorità
civile, l’unico munito di torre e
di mura, a opera diFerrante
d’Aragona, che vi aveva posto
l’assedio per due anni accampato
nella spianata antistante le falde
settentrionali della collina.
Giovanna II di Durazzo vi
soggiornò in uno splendido
palazzo, sui resti del quale nel
1600 il gesuita Vincenzo Maggio
innalzò l’imponente edificio del
Collegio con annessa un’alta torre
di difesa, detta comunemente il
Torrione, importante opera di
architettura delle fortificazioni
e massimo monumento cittadino.
Durante il
vicereame spagnolo,
Massa Lubrense attraversò un
periodo di travagliate vicende
politiche nell’afflizione di una
miserevole decadenza morale e
civile. Per colmo di sventura,
frequenti furono le invasioni di
corsari turchi che nel
1558, dopo aver compiuto stragi
orrende e saccheggi, portarono via
come schiavi un migliaio e mezzo
di persone, in piccola parte poi
riscattate. La minaccia che
ininterrottamente veniva dal mare
costrinse i massesi a erigere
lungo la costa, a opportuna
distanza, torri di avvistamento,
dalle quali si potesse dare
l’allarme all’avvicinarsi degli
assalitori. Queste torri, quasi
tutte ancora esistenti e più o
meno in stato di discreta
conservazione, rappresentano una
caratteristica particolare del
paesaggio. Nel 1656 la peste
scoppiata a Napoli qualche anno
prima dilagò anche nelle codeste
contrade, facendovi moltissime
vittime. Finalmente, durante la
dominazione borbonica anche
Massa risentì del progresso dei
tempi e all’antica civiltà
contadina si affiancarono notevoli
attività commerciali e artigiane.
Mancando vie di comunicazioni
terrestri, una cospicua flotta di
grosse barche faceva rotta per la
capitale e altri porti del
Mediterraneo, con forte movimento
di esportazione (prodotti
agricoli, capi di bestiame, opere
di artigianato) e di importazione
(materie prime, generi di
consumo). Il commercio con Napoli
fu talmente intenso che un intero
rione presso il molo di attracco
fu chiamato Porta di Massa. Alla
Repubblica Partenopea i
Massesi diedero un nobile
contributo di uomini e di idee.
Tre concittadini, Luigi Bozzaotra,
Severo Caputo e Nicola Pacifico,
impavidi campioni di libertà,
scrissero il loro nome nell’albo
dei martiri della repressione. Nel
1808 Gioacchino Murat diresse da
Massa le operazioni militari
contro gli Inglesi che occupavano
Capri. Non mancarono cospirazioni
carbonare dopo il ritorno dei
Borboni sul trono di Napoli, fino
alla liberazione del Regno delle
Due Sicilie, cui seguì l’Unità
d’Italia. L’apertura di cave
di pietre (le più importanti
quelle di Vitale e di Ieranto,
oggi entrambe disattivate) attirò
l’immigrazione nel Comune di
lavoratori provenienti dalla
Sardegna, che senza eccessive
difficoltà si inserirono nel
contesto sociale massese
diventandone parte integrante e
assimilandone usi e costumi.
Durante la seconda guerra
mondiale un gran numero di
sfollati, specialmente da Napoli,
che veniva duramente bombardata,
si alloggiò nelle cosiddette case
padronali, in mezzo ai poderi di
cui essi stessi erano proprietari
per aver i loro antenati,
appartenenti alla ricca borghesia,
preferito questa forma
d’investimento. E dopo
l’armistizio del 1943 decine di
soldati sbandati, già in forza
alle postazioni di difesa costiera
delle Tore e di Reoia, trovarono
asilo presso famiglie massesi
disponibili a umana solidarietà.
Molti di essi a guerra finita vi
si accasarono e vi rimasero; altri
tornarono ai luoghi di origine con
le giovani spose. Gli ultimi
decenni sono storia recente
di vita democratica e di sviluppo.
L’economia agricola, nonostante la
crisi del settore, rimane
abbastanza florida, mentre la
domanda turistica interna e
internazionale è sufficientemente
soddisfatta, grazie al
potenziamento e al miglioramento
delle strutture ricettive e delle
reti di comunicazione.
Marina della Lobra costituisce
il piccolo porto del comune di
Massa Lubrense. Essa prende il
nome dall'antica chiesa
sovrastante, dedicata alla Madonna
della Lobra, protettrice del
luogo. Il piccolo porto si
presenta come un'insenatura
naturale che ospita molteplici
imbarcazioni da diporto e da
pesca. Il luogo si caratterizza
anche per le costruzioni, ancora
in stile mediterraneo, che si
armonizzano pienamente con il
paesaggio circostante e richiamano
alla semplicità della vita del
borgo antico.
Scoglio del Vervece: Davanti
il porto della Marina
della Lobra, vi è un
isolotto, detto il Vervece, dove a
settembre ha luogo una cerimonia
con celebrazione della Messa sullo
scoglio cui assistono centinaia di
imbarcazioni locali e non, con
deposizione di corone di fiori
sulla statua della Madonna
collocata sul fondale a circa 11
metri di profondità, nei pressi
dello scoglio
Appuntamento:
ore
9.10 stazione
Circum di Sorrento.
Dare sempre un cenno di adesione,
prenotandovi possibilmente entro
la mattina del giorno precedente
l'escursione!
Luogo degli appuntamenti, ora e
itinerari potrebbero subire
variazioni anche all'ultimo
momento.
Contattare:
Salvatore Schiano di Cola
339.1565780
Luigi Mascolo 333
5817668 |