L E G A M B I E N T E "G.E.N." 
GRUPPO 
ESCURSIONISTI NATURALIST
I -

 

Domenica 10 Giugno – Sabato 9 Giugno

 

" Visita all’Abbazia benedettina del Corpo di Cava, escursione al Monte Crocella e festa di Monte Castello

“Festa di Montecastello”

- da Cava dè’ Tirreni -

Percorso: Abbazia Benedettina-Via Roberto Virtuoso-Monte Crocella (588 metri slm)-Borgo Corpo di Cava

 

Durata 4h circa

motivi di interesse: storico-naturalistico-paesaggistico.

segnaletica: locale

lunghezza: 7 km circa

approv. idrico:  bar di zona

Abbigliamento: a strati, scarpe da trekking, giacca a vento impermeabile e parapioggia per il malaugurato caso di improvvise variazioni del meteo

mezzi di trasporto: auto proprie o treno

pranzo: a sacco

direttori di escursione: Daniele Paolillo

 Contributo: facoltativo

X chi vuol partecipare anche alla festa giunta alla 362° edizione di sabato pomeriggio 9 Giugno (Benedizione dei Trombonieri a Piazza Duomo) sono disponibile a consigliarvi qualche B&B dove pernottare.

Costo: 3€ ingresso abbazia

Contattare Daniele Paolillo 3472525601

N.B: L’attività proposta è riservata ai soci GEN i quali sono invitati a portare con se la tessera non scaduta, eccezionalmente per i simpatizzanti non ancora associati è possibile partecipare portando possibilmente già compilata la scheda raccolta dati in allegato.

La storia

 Il fondatore della Badia della Santissima Trinità fu S. Alferio Pappacarbone che nel 1011 si ritirò sotto la grande grotta Arsiccia (significa asciutta) per trascorrervi vita eremitica. L’accorrere dei discepoli, attratti dalla sua santità, lo indusse a costruire un monastero di modeste dimensioni. Morì in età molto avanzata il 12 aprile 1050. Fin quasi alla fine del sec. XIII Alferio ebbe una serie di successori eccezionali, di cui undici, oltre il fondatore, sono stati riconosciuti dalla Chiesa come santi o beati. Tra di essi si distinse S. Pietro I, nipote di Alferio, che ampliò notevolmente il monastero e lo fece centro di una potente congregazione monastica l' Ordo Cavensis (Ordine Cavense) con centinaia di chiese e monasteri dipendenti, sparsi in tutta l’Italia meridionale. Furono più di 3.000 i monaci a cui S. Pietro diede l’abito.

 

Il Papa Urbano II, che lo aveva conosciuto a Cluny, nel 1092 visitò l’Abbazia e ne consacrò la basilica. Importante fu anche il governo del B. Benincasa, che nel 1176 inviò in Sicilia un centinaio di monaci per popolare la celebre abbazia di Monreale, eletta dalla munificenza del re Guglielmo II. Papi e vescovi, principi e signori feudali favorirono lo sviluppo della Congregazione Cavense, che giovò moltissimo alla riforma della Chiesa, promossa dai grandi papi del sec. XI, e al benessere della società civile. I principi e signori, oltre ad offrire feudi, beni e privilegi, donarono all’abbazia o la proprietà o il diritto di patronato su chiese e monasteri. I vescovi ambivano di avere nelle loro diocesi i Cavensi per il bene che vi operavano. I Papi, oltre la conferma delle donazioni, concessero il privilegio dell’esenzione, per cui l’abate di Cava finì per avere una giurisdizione spirituale, dipendente solo dal Papa, sulle terre e sulle chiese di cui la Badia aveva la proprietà. Da parte sua Cava costituiva per i Papi un caposaldo di cui potevano fidarsi pienamente, tanto da affidarle in custodia alcuni antipapi. Amorosa fu la cura che gli abati avevano delle popolazioni. Ad esse assegnavano le terre delle vaste possessioni dell’abbazia con l’obbligo di metterle a coltura e di prestare, dopo un certo numero di anni, o mano d’opera o un censo proporzionato alla fertilità del suolo. Per la difesa delle popolazioni del Cilento dalle incursioni saracene S. Costabile e B. Simeone costruirono il castello dell’Angelo, detto poi Castellabate. I monaci inoltre gestivano ospizi e ospedali, che venivano generosamente destinati alle necessità dei bisognosi ed esercitavano il ministero pastorale nei monasteri dipendenti. Le chiese invece venivano affidate dagli abati a sacerdoti secolari di loro fiducia. Il sec. XIV rappresenta per Cava un periodo di ripiegamento su se stessa. E’ particolarmente curata la difesa e l’amministrazione dei beni temporali, sono prodotte splendide opere d’arte, ma l’incidenza dell’azione spirituale e sociale della badia, anche a causa dei rivolgimenti politici, diminuisce sensibilmente. Nel 1394 il papa Bonificacio IX conferì il titolo di città alla terra di Cava, elevandola in pari tempo a diocesi autonoma, con un proprio vescovo, che doveva però risiedere alla Badia, la cui chiesa venne dichiarata cattedrale della diocesi di Cava. Il monastero non sarà governato da un abate, ma da un priore e la comunità dei monaci formerà il capitolo della cattedrale. L'abate Mons. Angelotto Fusco nel 1431 fu elevato alla dignità cardinalizia e, malauguratamente, volle ritenere in commenda, percependone le rendite, l’abbazia e la diocesi cavense. Fu il periodo degli abati commendatari, i quali portarono l’abbazia ad una grande decadenza. Lontani da essa, la governarono mediante fiduciari, ai quali interessava soltanto la diocesi e l’amministrazione dei beni temporali. L’ultimo commendatario unì la badia di Cava alla congregazione di S. Giustina da Padova. La riforma poneva a capo della badia non più un vescovo o un cardinale ma un abate temporaneo: così rifiorì la disciplina monastica e il culto delle scienze e delle arti. Nel corso dei secoli XVI-XVIII l’abbazia fu rinnovata anche architettonicamente. L’abate D. Giulio De Palma ricostruì la chiesa, il seminario, il noviziato, e varie altre parti del monastero. La soppressione napoleonica, per merito dell’abate D. Carlo Mazzacane, passò senza arrecare gravi danni alla badia: 25 monaci rimasero a guardia dello Stabilimento (tale fu il titolo dell’abbazia) e il Mazzacane ne fu il Direttore. La restaurazione, dopo la caduta di Napoleone, portò a un rinnovamento dello spirito religioso. Nel 1866, in considerazione dei valori artistici e scientifici accumulati nelle sue mura e del fatto che era centro di una diocesi, il monastero fu dichiarato Monumento Nazionale e, come tale, si salvò dalla rovina a cui andarono incontro tante altre illustri abbazie italiane. Eroica si dimostrò allora la virtù dei pochi monaci rimasti. Aprirono un nuovo campo di apostolato monastico istituendo un collegio laicale, che è tuttora fiorente, e redassero il Codex Diplomaticus Cavensis, in cui pubblicarono il testo integrale delle più antiche pergamene dell’archivio Cavense. Si tratta di un’opera monumentale, che ha resa famosa la Badia in tutto il mondo scientifico. I più moderni abati hanno continuato degnamente l’opera dei SS. Padri Cavensi. Essi hanno restaurato ed ampliato gli edifici del monastero e dato nuovo impulso alla sua vita millenaria, che dura ininterrotta ancora oggi.

 

Il Monte Crocella prende questo nome da una croce posta sulla sua sommità. Chiamato anticamente Tramunzolo nel Codex Diplomaticus Cavensis è situato a 588 metri sul livello del mare e si contrappone all'imponente mole del Monte Finestra da cui è separato dalla selva di boschi di Novara, costituendo un valido punto panoramico sulla valle metelliana e sul Golfo di Salerno. Nella zona si trova ancora traccia delle nevere dove veniva conservata la neve, venduta poi nel famoso vicolo.
Vi si accede dalla frazione Corpo di Cava, preferibilmente da una strada di recente costruzione ( dove tra l'altro si puo' ammirare anche un antico acquedotto medievale) e, attraversando boschi e pianori, si giunge alla sella dove inerpicandosi vi si raggiunge la vetta in circa tre quarti d'ora, godendo di uno splendido panorama.
Sotto il Monte Crocella si trova la chiesa detta della Pietrasanta dove è deposto il sasso su cui il Papa Urbano II sosto' nel 1092, mentre si recava a consacrare l' Abbazia Benedettina. La Chiesa era in principio una cappella, ampliata nel 1626.

Nel pomeriggio faremo una passeggiata presso l’affascinante borgo medievale  del Corpo di Cava.

Sabato 9 Giugno

Una delle più importanti manifestazioni religiose e folcloristiche della città di Cava de’ Tirreni, è la “Festa di Montecastello”. Essa ha luogo ogni anno dal 1656, anno in cui la città e la popolazione cavese furono devastate da una cruenta pestilenza.

La storia tramanda che i parroci della frazione Annunziata, nell’ottava della Solennità del Corpus Domini, organizzarono con i fedeli una processione, portando il Santissimo Sacramento dalla chiesa fin sul Monte Castello; dalla collina che sovrasta la vallata metelliana, fu invocata la benedizione di Dio sulla città e sui cavesi. L’epidemia finì, ed i cavesi in segno di gratitudine per la grazia ricevuta rinnovano ogni anno, da secoli, il rito della processione.

Accanto all’aspetto religioso, nel corso degli ultimi anni, la festa si è arricchita di altri riferimenti storici e folkloristici, come la rievocazione storica della tragica pestilenza con una rappresentazione in costumi d’epoca, e la sfilata lungo le strade cittadine dei gruppi pistonieri (detti anche trombonieri), con la benedizione sul sagrato della Cattedrale. Uno dei principali simboli della Festa di Montecastello è infatti costituito dal pistone: un’arma del XVI secolo (conosciuta anche come archibugio). L’arma, nei secoli, ha perso la sua identità come strumento di guerra diventando invece strumento di “gioia”: i cavesi sono soliti esplodere colpi a salve dal Monte Castello per celebrare la festa e la cessazione della pestilenza. Anche i gruppi di sbandieratori, con le loro divise d’epoca ed i giochi di bandiera rallegrano le giornate della festa. Le celebrazioni sono concluse ogni anno con uno spettacolo pirotecnico dal Monte Castello, tanto caro ai cavesi da far accrescere il valore di una casa per il solo fatto di avere la giusta esposizione verso il Monte.

La tanto attesa Festa di Montecastello del 2018 è in arrivo. La tradizionale e suggestiva Benedizione dei Trombonieri, che vede sfilare gli otto gruppi di trombonieri appartenenti ai quattro distretti per le vie del Corso cittadino fino a giungere alla presenza del vescovo nella gremita Piazza Duomo, si terrà sabato 9 giugno 2018, e a seguire, infine, la batteria di spari dei pistoni all’interno della Villa Comunale.

Alle ore 23.00 ci sarà il classico spettacolo con i fuochi pirotecnici al Castello.

Per sabato 9 partecipazione libera con eventuale preventivo concordo con Daniele

Appuntamento Domenica 10: uscita casello autostradale cava ore  9:15

Per coloro volessero venire in treno, concordando preventivamente col direttore di escursione:

treno da Napoli ore 7.37 in arrivo a Cava ore 8.45 che effettua tutte le fermate intermedie (Portici – Torre – Pompei ecc)

Dare sempre un cenno di adesione, prenotandovi possibilmente entro il giorno precedente l'escursione!

Luogo degli appuntamenti, ora e itinerari potrebbero subire variazioni anche all'ultimo momento.

Contattare Daniele Paolillo 3472525601

 

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Sono aperte le iscrizioni per l'anno 2018 al GEN - Gruppo Escursionisti Naturalisti.
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Legambiente
di cui l'associazione rappresenta il circolo locale.
Dà diritto a ricevere materiale didattico, pubblicazioni o cartine dei sentieri a scelta, che verranno distribuiti  in occasione delle assemblee dei soci.
La tessera 20
18 dà diritto inoltre a ricevere le Eco-card di Legambiente
E' possibile iscriversi, se si vuole, durante l'escursione.


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