lunghezza: n.d.
segnaletica:
locale e
progetto Tolomeo
dislivello:
circa 200m
difficoltà:
media (E)
durata: 4h
escluse le soste.
motivi di
interesse:
storico,
naturalistico,
panoramico,
paesaggistico
approv. idrico:
Sorrento,.
Abbigliamento:
leggero,
cappellino
(eventuale
protezione
solare),
scarpe da
jogging,
costume e
asciugamano per
coloro volessero
fare il bagno.
N.B: il
direttore di
escursione si
riserva di
rifiutare la
partecipazione a
coloro che
ritenesse non
equipaggiati
adeguatamente!
pranzo:
a sacco.
mezzi di
trasporto: eventuale
bus EAV per
ritorno da Puolo
:
si invita a
procurarsi in
anticipo il
necessario
biglietto.
direttori
di escursione:
Salvatore
SCHIANO di COLA
Contributo: facoltativo
N.B:
L’attività
proposta è
riservata ai
soci GEN i quali
sono invitati a
portare con se
la tessera non
scaduta, eccezionalmente
per i
simpatizzanti
non ancora
associati è
possibile
partecipare portando
possibilmente
già compilata la
scheda raccolta
dati in
allegato.
Descrizione:
(la passeggiata
proposta non è
particolarmente
impegnativa così
da permettere
anche una sosta
più lunga per la
spiaggia)
Massa
Lubrense:
Secondo gli
antichi storici
le suggestive
coste del
territorio
lubrense, sede
delle mitiche
Sirene, da cui
il primitivo
toponimo di
Sirenusion,
videro il
passaggio delle
navi di Ulisse,
che vi avrebbe
fondato il
famoso
tempio di Athena.Al
di là della
leggenda, i
presunti
aborigeni della
zona furono due
popoli di stirpe
italica, gli
Ausoni
e gli
Osci.
Di questi ultimi
si trova
testimonianza in
un’iscrizione
scoperta pochi
anni fa presso
l’approdo
orientale di
Punta
Campanella.Con
la formazione di
una
colonia greca,
il nome stesso
del tempio,
Athenaion,
passò a indicare
tutta la punta
estrema della
penisola, che
tuttavia
conservò
spiccati
caratteri
ellenistici
anche in
epoca romana,
quando fu detta
Promontorium
Minervae,
nome che appare
sulla Tabula
Peutingeriana
(sec. IV),
accanto alla
prima
rappresentazione
grafica del
tempio. Solo nel
I sec.
dell’Impero
Romano riuscì a
imporsi
l’elemento
latino, con
l’arrivo di
eminenti patrizi
venuti a
trascorrervi ozi
e villeggiatura
in sontuose
dimore.In quei
tempi non vi
furono centri
abitati di
notevole
importanza, ma è
da ricordare la
presenza di
veterani
di Augusto
come
assegnatari di
pezzi di terra
da coltivare.
Intanto,
prendevano corpo
le prime
aggregazioni
sociali, che
stentatamente
creavano altre
attività
parallele a
quelle agricole,
pur restando
queste ultime
assolutamente
preponderanti.
Sorgevanoi
primi nuclei
residenziali
che in
seguito diedero
vita ai casali
detti poi
villaggi, e
infine frazioni,
che oggi, di
certo molto più
consistenti per
estensione e per
numero di
abitanti,
formano
l’assetto
socio-amministrativo
del Comune.
Il nome
di Massa
compare dopo la
breve
dominazione
longobarda
(sec. VI), ma
dovette passare
del tempo per
affermarsi
definitivamente.
Massa da
mansa,
voce longobarda
appunto che
stava a indicare
un luogo atto
alla coltura.
Tale
interpretazione
è la più
attendibile tra
le varie
etimologie
sostenute da
alcuni autori.
Al nome di Massa
fu unito l’aggettivopubblica(938)
a significare
una massa
demaniale, un
agro pubblico,
evidentemente
uno di quelli
che
appartenevano
allo stato
sorrentino.
L’attributo
lubrensis,
proprio
dell’episcopato,
sostituì quello
di pubblica
intorno al
1306. Lubrense,
cioè della Lobra,
(delubrum
= tempio),
chiesa
cattedrale che
sorgeva sulla
spiaggia di
Fontanella.
Insieme
all’aggettivo,
la municipalità
assunse a suo
stemma la
venerata
immagine della
Vergine della
Lobra.
Ordinariamente
il nome di Massa
senza aggettivi
si riferisce a
quello che era
il casale della
cattedrale,
attualmente
indicato come
centro o
capoluogo. Massa
Lubrense fece
parte del
Ducato
di Sorrento
con
alterne fortune
fino all’avvento
del
regno normanno.
Iniziò la sua
emancipazione
sotto gli
Svevi,
costituendosi in
civitas. Nel
1273 i suoi
cittadini, in
maggioranza
ghibellini, le
procurarono la
rappresaglia di
Carlo
D’Angiò,
che reincorporò
il territorio in
quello di
Sorrento.
Seguirono
sconvolgenti e
confuse vicende
fino al 1465,
anno in cui si
verificò uno
degli
avvenimenti più
tristi nella
storia della
città: la
distruzione del
principale
casale, quello
dell’Annunziata,
sede del Vescovo
e dell’autorità
civile, l’unico
munito di torre
e di mura, a
opera diFerrante
d’Aragona,
che vi aveva
posto l’assedio
per due anni
accampato nella
spianata
antistante le
falde
settentrionali
della collina.
Giovanna
II di Durazzo
vi
soggiornò in uno
splendido
palazzo, sui
resti del quale
nel 1600 il
gesuita Vincenzo
Maggio innalzò
l’imponente
edificio del
Collegio con
annessa un’alta
torre di difesa,
detta
comunemente
il
Torrione,
importante opera
di architettura
delle
fortificazioni e
massimo
monumento
cittadino.
Durante il
vicereame
spagnolo,
Massa Lubrense
attraversò un
periodo di
travagliate
vicende
politiche
nell’afflizione
di una
miserevole
decadenza morale
e civile. Per
colmo di
sventura,
frequenti furono
le invasioni di
corsari
turchi
che nel 1558,
dopo aver
compiuto stragi
orrende e
saccheggi,
portarono via
come schiavi un
migliaio e mezzo
di persone, in
piccola parte
poi riscattate.
La minaccia che
ininterrottamente
veniva dal mare
costrinse i
massesi a
erigere lungo la
costa, a
opportuna
distanza,
torri di
avvistamento,
dalle quali si
potesse dare
l’allarme
all’avvicinarsi
degli
assalitori.
Queste torri,
quasi tutte
ancora esistenti
e più o meno in
stato di
discreta
conservazione,
rappresentano
una
caratteristica
particolare del
paesaggio. Nel
1656 la peste
scoppiata a
Napoli qualche
anno prima
dilagò anche
nelle codeste
contrade,
facendovi
moltissime
vittime.
Finalmente,
durante la
dominazione
borbonica
anche
Massa risentì
del progresso
dei tempi e
all’antica
civiltà
contadina si
affiancarono
notevoli
attività
commerciali e
artigiane.
Mancando vie di
comunicazioni
terrestri, una
cospicua flotta
di grosse barche
faceva rotta per
la capitale e
altri porti del
Mediterraneo,
con forte
movimento di
esportazione
(prodotti
agricoli, capi
di bestiame,
opere di
artigianato) e
di importazione
(materie prime,
generi di
consumo). Il
commercio con
Napoli fu
talmente intenso
che un intero
rione presso il
molo di attracco
fu chiamato
Porta di Massa.
Alla
Repubblica
Partenopea
i
Massesi diedero
un nobile
contributo di
uomini e di
idee. Tre
concittadini,
Luigi Bozzaotra,
Severo Caputo e
Nicola Pacifico,
impavidi
campioni di
libertà,
scrissero il
loro nome
nell’albo dei
martiri della
repressione. Nel
1808 Gioacchino
Murat diresse da
Massa le
operazioni
militari contro
gli Inglesi che
occupavano
Capri. Non
mancarono
cospirazioni
carbonare dopo
il ritorno dei
Borboni sul
trono di Napoli,
fino alla
liberazione del
Regno delle Due
Sicilie, cui
seguì l’Unità
d’Italia.
L’apertura di
cave di pietre
(le più
importanti
quelle di Vitale
e di Ieranto,
oggi entrambe
disattivate)
attirò
l’immigrazione
nel Comune di
lavoratori
provenienti
dalla Sardegna,
che senza
eccessive
difficoltà si
inserirono nel
contesto sociale
massese
diventandone
parte integrante
e assimilandone
usi e costumi.
Durante la
seconda
guerra mondiale
un gran
numero di
sfollati,
specialmente da
Napoli, che
veniva duramente
bombardata, si
alloggiò nelle
cosiddette case
padronali, in
mezzo ai poderi
di cui essi
stessi erano
proprietari per
aver i loro
antenati,
appartenenti
alla ricca
borghesia,
preferito questa
forma
d’investimento.
E dopo
l’armistizio del
1943 decine di
soldati
sbandati, già in
forza alle
postazioni di
difesa costiera
delle Tore e di
Reoia, trovarono
asilo presso
famiglie massesi
disponibili a
umana
solidarietà.
Molti di essi a
guerra finita vi
si accasarono e
vi rimasero;
altri tornarono
ai luoghi di
origine con le
giovani spose.
Gli ultimi
decenni sono
storia
recente
di vita
democratica e di
sviluppo.
L’economia
agricola,
nonostante la
crisi del
settore, rimane
abbastanza
florida, mentre
la domanda
turistica
interna e
internazionale è
sufficientemente
soddisfatta,
grazie al
potenziamento e
al miglioramento
delle strutture
ricettive e
delle reti di
comunicazione.
Appuntamento:
ore
9.10 stazione
Circum di
Sorrento.
Dare sempre un
cenno di
adesione,
prenotandovi
possibilmente
entro la mattina
del giorno
precedente
l'escursione!
Luogo degli
appuntamenti,
ora e itinerari
potrebbero
subire
variazioni anche
all'ultimo
momento.
Contattare:
Salvatore
Schiano di Cola
339.1565780
|