L E G A M B I E N T E "G.E.N." 
GRUPPO 
ESCURSIONISTI NATURALIST
I -

 

 

2 aprile 2017

1^ Domenica del mese

iniziativa nazionale di Legambiente

“Oplonti: Villa di Poppea e gli ori di Oplonti ”

“Villa Regina e Antiquarium di Boscoreale”

Dalla stazione Circumvesuviana  Torre Annunziata – Oplonti

Foto di Nicola Montuori

escursione didattico-naturalistica

Percorso: Villa di Poppea – Centro storico - via torretta di Siena – Antiquarium e Villa Regina di Boscoreale – ritorno alla stazione di Torre Annunziata Oplonti.

 

 lunghezza: 7 km

 

segnaletica: cittadina

 

dislivello: inconsistente

 

difficoltà:  medio bassa E/T

 

durata:  4 ore escluse soste

 

motivi di interesse: storico, artistico, naturalistico.

 

mezzi di trasporto: pubblici e/o auto proprie

 

pranzo: a sacco

 

Cose da portare: scarpe da jogging e parapioggia occorrenti nella scongiurata ipotesi di rovesci meteo ma anche copricapo per l’augurato caso di meteo soleggiato.

 Contributo: facoltativo

N.B: L’attività proposta è riservata ai soci GEN i quali sono invitati a portare con se la tessera non scaduta, eccezionalmente per i simpatizzanti non ancora associati è possibile partecipare portando possibilmente già compilata la scheda raccolta dati in allegato.

direttore di escursione: Nicola Montuori

 

Descrizione: dopo la visita alla Villa di Poppea  e alla mostra degli ori di Oplonti e delle identità allestita nella sede  del palazzo comunale, percorreremo una  vecchia strada di collegamento con Boscoreale per la sosta ristoro e la visita alla Villa Regina e l’Antiquarium (Museo)

*Per tali visite avremo il piacere di avvalerci della presentazione della mamma della nostra socia Marica*

di seguito si farà ritorno alla stazione circumvesuviana.

 

Notizie dal web:

Oplonti: Tra le località archeologiche vesuviane, seppellite a seguito della drammatica eruzione del 79 d.C., Oplontis è probabilmente quella che offre le più significative testimonianze monumentali del suburbio pompeiano. L'insieme degli edifici di età romana rinvenuti, a cominciare dall'epoca borbonica, nella moderna città di Torre Annunziata, è riferibile ad un vero e proprio centro urbano periferico, sottoposto amministrativamente alla giurisdizione di Pompei, caratterizzato dalla presenza di ville ed edifici pubblici, collegati da strade. Ciò che caratterizza Oplontis è la presenza di due monumentali edifici di diversa destinazione: la cosiddetta Villa di Poppea, un grandioso e lussuoso complesso a carattere residenziale, e la Villa di Crassius Tertius, attualmente chiusa al pubblico, un'azienda incentrata sulla lavorazione di prodotti della terra. La villa di Poppea, messa in luce tra il 1964 e il 1984, costituisce il più classico esempio di villa di OTIUM, edificata in prossimità della costa laddove, anche per la salubrità del clima, chi vi risiedeva poteva ritemprare il corpo e lo spirito lontano dalla vita caotica della capitale. Impreziosito da spettacolari decorazioni pittoriche in Il stile pompeiano e arricchito da pregevoli suppellettili, quali le sculture in marmo bianco, che ne decoravano i giardini e la piscina, l'edificio presenta le caratteristiche tipiche delle residenze patrizie. Attribuita a Poppea, moglie di Nerone, sulla base di alcune testimonianze che fanno riferimento alla persona dell'imperatrice, la villa doveva comunque far parte del ricco patrimonio immobiliare che la famiglia imperiale possedeva sulla costa campana.

Nel 1974, durante i lavori per la costruzione di una palestra presso la scuola media Parini, vennero alla luce strutture archeologiche distanti circa 300 metri dalla villa cosiddetta di Poppea. Da allora la villa rustica venuta alla luce è conosciuta come la “Villa B”. E’ da dire che, poiché all’interno è stato trovato un anello con sigillo recante il nome Lucius Cassius Tertius (forse il suo proprietario), dovrebbe esser chiamata la Villa di Lucius Cassius Tertius. Questa villa era su due piani, al piano terra c’era l’attività produttiva che doveva consistere nella vendita e nel trasporto di vino, olio, garum e derrate alimentari. Ciò è provato dal ritrovamento, all’interno dei colonnati che circondano tutti i lati del peristilio, di centinaia di anfore capovolte, in file verticali parallele in modo che la bocca dell’anfora superiore fosse infilata nel piede di quella inferiore al fine di evitarne la caduta e col susseguente utilizzo ottimale dello spazio. Su rozzi fornelli di pietra sono stati trovati dei pentolini (olle) con all’interno resti di oleoresina di conifere che veniva usata per impermeabilizzare l’interno dei contenitori. Gli ambienti che si affacciano sul cortile dovevano essere adibiti al lavoro poiché non sono state trovate tracce di affreschi parietali o mosaici pavimentali mentre il piano superiore era l’abitazione del proprietario o gestore dell’attività. Al piano superiore si trovava l’unico oggetto di arredo che è stato possibile recuperare poiché, come molto spesso è successo, di altre suppellettili come letti, tavoli, sedie, armadi, tavoli, non è rimasta traccia del legno di cui erano fatte. Si tratta di una bellissima cassa blindata munita di un sofisticato procedimento di apertura e ornata di pregevoli metope in bronzo. La villa B ci dà un’idea di come dovesse svolgersi la vita in un’attività commerciale, idea che è rafforzata dalla visione, nella pietra d’ingresso al cortile, delle tracce impresse dalle ruote degli antichi carri, dalle anfore accatastate in un angolo in attesa di essere impermeabilizzate per un nuovo uso e dal fatto che è inserita in un”’insula” affacciata su una strada sulla quale si aprono alcuni ambienti, in apparenza botteghe, prive di collegamento con la villa e dotate di una piccola abitazione al piano superiore. In uno di questi ambienti è stato trovato un gruppo di scheletri, forse persone che cercavano rifugio per sfuggire all’eruzione e si erano riunite tutte in un’unica stanza. Tra i vari oggetti personali trovati su questi scheletri, su uno sono stati ritrovati i famosi “Ori di Oplonti”, collane, bracciali, anelli, orecchini in oro e monete in oro, argento e bronzo. Questi scheletri sono stati anche oggetto di approfonditi studi medici per cercare di conoscerne l’età, il sesso e lo stato di salute. In questi locali che si affacciano sulla strada è stata trovata anche una grande quantità di frutti di melograno carbonizzati su stuoie di paglia intrecciata (circa 10 quintali), frutta secca come noci e nocciole, tanta erba carbonizzata di cui sono state identificate più di 100 varietà

 

l’Antiquarium di Boscoreale: Inaugurato nel 1991 dalla Soprintendenza archeologica di Pompei, l’Antiquarium di Boscoreale espone reperti archeologici provenienti da tutti i principali siti dell’area vesuviana (Pompei, Ercolano, Oplontis, Stabiae, Terzigno, Boscoreale) attraverso i quali, e con il supporto di apparati didattici, si ricostruiscono le caratteristiche principali del territorio in epoca romana e le modalità dell’utilizzo delle risorse naturali da parte dell’uomo. Il percorso di visita si articola in due sale: nella prima sala sono illustrate le caratteristiche fisiche, la flora e la fauna del territorio e le principali attività umane di epoca romana, con una sezione specifica dedicata ai diversi campi di applicazione e di utilizzo di sostanze vegetali e animali del mondo antico. La seconda sala ospita i reperti ritrovati all’interno delle numerose ville rustiche (legate alle attività agricole, soprattutto alla produzione di vino e olio) del territorio.
Il percorso museale si conclude con la visita alla villa rustica in località Villa Regina, situata accanto al museo, l'unica interamente scavata e visitabile.

Villa Regina: Scoperto nel 1977 il complesso è una fattoria di piccole dimensioni costruita in età sillana (I secolo a.C.), incentrata su una cella vinaria ospitante 18 dolia interrati per la conservazione del mosto ricavato dall’uva prodotta nel vigneto che circondava la villa e della quale è stato possibile ricostruire l’impianto. La fattoria era infatti dotata di un apposito ambiente per la torchiatura dei grappoli, oltre che di locali adibiti alle attività domestiche, a stalla e deposito. Della pars urbana l’unico ambiente signorile era il triclinio ornato da pitture di III stile, mentre altre stanze di alloggio erano poste al piano superiore accessibile mediante una scala. All’epoca dell’eruzione la fattoria doveva essere utilizzata solo durante le lavorazioni agricole, e presenta molte stanze in attesa di essere ripristinate dopo il terremoto del 62 d.C. Tra gli oggetti ivi rinvenuti si segnalano una piccola erma del dio Bacco, proveniente dal larario del portico, numeroso vasellame da mensa e da cucina, attrezzi agricoli ed alcune lucerne, tra cui una databile al III-IV secolo d.C. che dimostra la frequentazione del sito in epoca posteriore all’eruzione del 79 d.C.

 

Appuntamento: ore 9:10 all’ingresso della Villa di Poppea a 500m dalla stazione circumvesuviana Torre Annunziata Oplonti

 

Dare sempre un cenno di adesione, prenotandovi possibilmente entro il giorno precedente l'escursione!

 

Luogo degli appuntamenti, ora e itinerari potrebbero subire variazioni anche all'ultimo momento.

 

Contattare  Nicola Montuori cell. 338 4215082

 

 

                        

   

 

 

   

 

 

 

 
 
 

 
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