Il
Duomo di Montepulciano è la Cattedrale di Santa Maria Assunta.
La Cattedrale venne edificata tra il 1594 ed il 1680 e solennemente
consacrata il 19 giugno 1712, da Mons. Francesco Maria Arrighi.
Per erigerla fu abbattuta la vecchia pieve di Santa Maria, i cui
diritti plebani, acquisiti intorno all'anno Mille, derivavano da
un'antica chiesa posta fuori delle mura castellane, dove è oggi il
Tempio di San Biagio. Il progetto venne affidato all'architetto
orvietano Ippolito Scalza.
L'unica struttura superstite dell'antica pieve è la massiccia torre
campanaria in conci di travertino e laterizi, costruita nel terzo
quarto del Quattrocento da Iacomo e Checco di Meo da Settignano. La
parte apicale, denotata dalle slanciate bifore campanarie, non venne
mai ultimata. Nella stessa sorte è incorsa la facciata, mentre i
fianchi, terminati da un rivestimento a mattoni e conci di
travertino, sono movimentati da paraste tuscaniche tra cui si
inseriscono archi a tutto sesto.
All'interno l'ordito architettonico, di chiara ascendenza
fiorentina, risulta austero ed elegante per la nitidezza delle
superfici ad intonaco che si alternano ai paramenti murari in conci
di pietra. La pianta è a croce latina divisa in tre navate da
possenti pilastri sorreggenti archi a tutto sesto. Nella navata
centrale, nei transetti e nella scarsella absidale, rilevate
trabeazioni sostengono una volta a botte; all'incrocio dei due corpi
ortogonali i pennacchi angolari sostengono il tamburo (architettura)
su cui si imposta la cupola. Le navate laterali sono coperte da
volte a crociera; sulle pareti, in corrispondenza di ogni campata,
si aprono cappelle voltate a botte. A un pilastro di destra è
addossato il pulpito sorretto da colonnine ioniche.
I vasti spazi del tempio sono ornati da un ingente numero di opere
d'arte. Alcune provengono dall'antica pieve e da altre chiese
poliziane. Tra queste si ricordano il monumentale trittico
dell'Assunta, dipinto da Taddeo di Bartolo nel 1401, che troneggia
sull'altare maggiore; il piccolo dipinto quattrocentesco su tavola
denominato Madonna del Pilastro, realizzato da Sano di Pietro; il
trecentesco fonte battesimale attribuito a Tino di Camaino ed il
retrostante altare dei Gigli in terracotta invetriata policroma,
creato verso il 1512 da Andrea Della Robbia, che incornicia un
piccolo bassorilievo marmoreo dell'ultimo quarto del Quattrocento;
le statue lignee policromate dell'Angelo annunziante e della Vergine
annunziata, opera di Francesco di Valdambrino; la cinquecentesca
tavola con il Redentore di Bartolomeo Neroni detto il Riccio; la
tela effigiante San Sebastiano, opera del Seicento fiorentino; nella
cappella del Sacramento, la tela dipinta nel 1830 da Luigi Ademollo.
Il quattrocentesco monumento funebre in marmo di Carrara di
Bartolomeo Aragazzi fu realizzato da Michelozzo; oggi il monumento è
diviso in sette frammenti murati in luoghi diversi: due statue ed il
fregio con putti e ghirlande sono ubicate sull'altare maggiore; la
sua demolizione avvenne nel secondo decennio del Seicento, quando
venne effettuata la trasformazione degli altari e delle cappelle;
nei primi del 1800 vennero sottratti due angeli che oggi si
conservano al Victoria and Albert Museum di Londra; l'attuale
sistemazione risale al 1815. Il grande organo ubicato sulla cantoria
semicircolare dell'abside venne inaugurato nel 1839. Nei locali
della sacrestia e nella sala capitolare si conserva un importante
nucleo di arredi sacri e di dipinti, riferibili a varie epoche.
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