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Piazza Cavour.
La piazza, forse tardo romana, assunse dal
Medioevo un ruolo primario. Diverso lo scenario, chiuso a mare
dalla Chiesa di S. Silvestro, aperto a monte verso la
Cattedrale.
Qui sorse nel 1204 il palazzo dell'Arengo: sotto l’ampio portico
si amministrava la giustizia, nell'immensa sala al primo piano,
con finestre a polifora, si riuniva l’Assemblea del Comune.
Nel XIV secolo fu eretta al suo fianco la residenza per il
Podestà: il piano terra doveva aprirsi in un loggiato.
L'ingresso, sul lato corto, era sottolineato dall’arco con i
simboli dei nuovi Signori, i Malatesta.
Fulcro della piazza, la fontana richiamava venditori, mercanti,
viaggiatori. Le forme medievali compaiono nel ritratto della
città nel Tempio Malatestiano.
La fontana, ammirata e citata da Leonardo da Vinci l'8 agosto
del 1502, fu ristrutturata nel 1543 continuando ad essere punto
focale della piazza: sulla sommità si trovava una statua di San
Paolo, sostituita nell'Ottocento dalla Pigna che dà il nome al
monumento. Alla fine del 1500 iniziarono i lavori per l’edificio
noto come palazzo Garampi, ora Residenza comunale: per dare
unità alle sedi del potere civile, si abbattè la chiesa di San
Silvestro, fra la piazza e la "via maestra" (c.so d'Augusto),
mentre il lato a monte venne chiuso dal fabbricato dei Forni
pubblici.
Questo fu sostituito dal teatro "Vittorio Emanuele II", oggi
"Amintore Galli", realizzato fra il 1843 e il 1856 su progetto
di Luigi Poletti, architetto di fama che tradusse in forme
neoclassiche monumentali e fastose, l'affermazione del potere e
le ambizioni della classe dirigente. Ad inaugurarlo nel 1857 fu
l'Aroldo di Giuseppe Verdi. Il teatro fu gravemente danneggiato
durante l'ultimo conflitto mondiale.
Al centro si erge, dal 1614, la Statua del Papa Paolo V, atto di
deferenza della città.
La Pescheria, inaugurata nel 1747 su progetto di Francesco
Buonamici, riflette l'importanza economica della pesca.
Il terremoto del 1916 apportò gravi danni ai palazzi comunali,
svelando le tracce delle strutture medievali. Fu l’occasione per
avviare un restauro che si tradusse in una ricostruzione secondo
modelli neomedievali. Eseguiti fra il 1919 ed il 1925 da Gaspare
Rastelli, i lavori, che riscossero grandi consensi presso
l’opinione pubblica, ridisegnarono lo sfondo della piazza nelle
forme attuali.
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