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Un pò di storia di Padova
Insediamenti preistorici a Padova sono stati accertati, già a
partire dall'XI secolo a.C., topograficamente in corrispondenza
dell'odierno centro di Padova. La leggenda narra che la
fondazione di Padova sia avvenuta per opera di Antenore, un
principe troiano scampato alla distruzione di Troia, ma è
ampiamente noto come tale "romantica" diceria tragga origine da
un deliberato falso storico, confezionato ad arte dal dotto
Lovato Lovati.
Rappresentando uno dei principali centri della cultura
paleoveneta, l'antica Padova sorse all'interno di un'ansa del
fiume Brenta (durante l'antichità chiamato Medoacus Major) che
allora (probabilmente fino al 589) scorreva nell'alveo
dell'odierno Bacchiglione (al tempo denominato Medoacus Minor o
Edrone), entrando in città nei pressi della attuale Specola.
Già a partire dal 226 a.C. gli antichi patavini strinsero
un'alleanza con Roma contro i Galli Cisalpini, alleanza poi
confermata più volte, in particolare al tempo della Battaglia di
Canne (216 a.C.) e della guerra sociale (91 a.C.), quando Padova
e altre città transpadane combatterono al fianco dei romani. Dal
49 a.C. divenne un municipium romano, e in età augustea entrò a
far parte della X Regio, della quale costituiva uno dei centri
più importanti. Durante l'epoca imperiale la città divenne molto
ricca grazie alla lavorazione delle lane provenienti dai pascoli
dell'altipiano di Asiago. Dalla città passavano (o partivano)
numerose strade che la congiungevano con i principali centri
romani dell'epoca: la via Annia che la congiungeva con Adria e
Aquileia, la via Medoaci che portava alla Valsugana e
all'altipiano di Asiago, la via Astacus che la congiungeva con
Vicentia, la via Aurelia che portava ad Asolo, la via Aponense
che la collegava ai centri termali dei Colli Euganei. Sia a nord
che a sud della città vi erano estese centuriazioni. In epoca
romana, Padova fu patria di Tito Livio, insigne storico romano
(nello stesso periodo, diede pure i natali ai letterati: Gaio
Valerio Flacco, Quinto Asconio Pediano, Trasea Peto, di cui vi è
ancora ricordo nella toponomastica cittadina).
Nel periodo delle invasioni barbariche fu più volte devastata,
prima dagli Unni nel 452-453, poi nel 601 dai Longobardi di
Agilulfo, e infine dagli Ungari nell'899.
Nel Basso Medioevo Padova si distinse come libero comune,
partecipando alla Lega Veronese e alla Lega Lombarda contro
l'imperatore Federico Barbarossa. A questo periodo risale la
fondazione dell'Università (1222), una delle più antiche
d'Italia. Fu poi dominata, a partire dal 1318, dalla signoria
dei Carraresi, fino alla conquista, avvenuta nel 1405, da parte
della Repubblica di Venezia.
Monumento equestre al Gattamelata Porta Altinate vista
dall'omonima ContradaNei successivi quattro secoli Padova, pur
perdendo importanza politica, poté godere della pace e della
prosperità assicurata dalla signoria veneziana, e della libertà
grazie alla sua Università, che richiamò studenti ed insegnanti
da tutta Europa, divenendo uno dei maggiori centri
dell'aristotelismo e attirando numerosi ed illustri
intellettuali, come Galileo Galilei. Nel 1509, durante la guerra
della Lega di Cambrai, Padova dovette subire un terribile
assedio, che fu però respinto. Dopo lo scampato pericolo, la
Serenissima procedette ad opere di fortificazione, dando alla
cinta muraria l'aspetto attuale.
Caduta la Serenissima (1797), la città fu ceduta da Napoleone
Bonaparte all'Austria. Dopo una breve parentesi all'interno del
Regno d'Italia napoleonico, entrò a far parte nel 1815 del Regno
Lombardo-Veneto asbugico. L'8 febbraio 1848 vide un'insurrezione
contro il dominio austriaco, guidata in particolare dagli
studenti universitari. Padova entrò a far parte del Regno
d'Italia solo nel 1866, in seguito alla terza guerra di
indipendenza.
Nel corso della prima guerra mondiale, la città era il quartier
generale delle forze militari italiane. Merita un cenno il fatto
che l'ardimentosa (e pacifica) impresa del Volo su Vienna, di
dannunziana memoria, prese le mosse dalle vicinanze di Padova
(Castello di San Pelagio in comune di Due Carrare, 9 agosto
1918). Nei pressi della città, a Battaglia Terme il castello di
Lispida fu adibito a residenza del re Vittorio Emanuele III. A
Villa Giusti (in località Mandria di Padova) fu firmato
l'armistizio che pose termine al conflitto.
Nella seconda guerra mondiale Padova fu un importante centro
della resistenza contro il nazifascismo. Numerosi studenti e
insegnanti universitari parteciparono alla lotta partigiana, a
cominciare dallo stesso rettore Concetto Marchesi. Per questo
motivo l'Università degli Studi di Padova fu premiata (unica
università italiana a ricevere tale onorificenza) con la
medaglia d'oro al Valor Militare.
Gli anni dal dopoguerra ad oggi furono per Padova di continuo
sviluppo edilizio ed economico grazie anche alla collocazione
geografica, al centro di importanti vie di comunicazione
favorevoli per industrie e servizi. La crisi sociale e politica
degli anni settanta vide però il polarizzarsi delle tensioni in
vicende spesso collegate all'estremismo di frange della comunità
studentesca della città.
La città oggi sta vivendo importanti cambiamenti urbanistici,
con la costruzione di nuovi moderni edifici direzionali e
residenziali e con un profondo rinnovo della viabilità
cittadina, articolatasi negli ultimi anni intorno alla complessa
realizzazione del metrotram, tuttora in corso.
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