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Il
Castello di Maratea è il centro urbano più antico del territorio di
cui si conservano tracce considerevoli, e prima delle recenti ricerche
archeologiche veniva considerato anche il più antico in assoluto. Posta
sulla cima del monte San Biagio, era una cittadina fortificata, e
pertanto ancora oggi gli abitanti di Maratea vi si riferiscono con il
nome de il Castello.
I ruderi delle case del Castello di Maratea.La cittadina sorse tra l'VIII
e il IX secolo, epoca in cui le incursioni dei Saraceni rendevano
malsicure le zone costiere, su un preesistente plesso religioso pagano.
Secondo alcune tesi, questo plesso religioso era stato precedentemente
riadattato al culto cristiano come eremo basiliano.
Le abitazioni dell'antica Marathia Superior (così chiamata nella
toponimia latina), separate le une dalle altre da stretti vicoli e
artistici angiporti, presentavano caratteristiche di
miniaturizzazione[10], in quanto lo spazio disponibile sulla cima del
monte era molto limitato: le case, pur non mancando di nessuna comodità,
avevano le stanze più piccole del normale ed erano anche perfettamente
autosuffcienti, in quanto la maggior parte di esse disponeva di un
piccolo giardino per il pascolo. Alla zona abitata, che sorgeva sul lato
sud della cima del monte ed era difesa naturalmente da uno strapiombo di
circa 200 metri, si contrapponeva una zona militare, posta sul lato nord
e difesa da mura e da torrioni. Nel Castello sorgeva anche un mastio,
armato con due cannoni e due spingarde.
Per accedere alla cittadina così fortificata vi erano due porte: Porta
Santa Maria, che rappresentava l'ingresso principale, posta sul versante
meridionale della vetta del monte; e Porta dei Carpini, posta sul
versante opposto.
Sebbene questo abitato iniziò a decadere d'importanza con la nascita
della nuova Maratea di Sotto, e il suo definitivo abbandono ebbe inizio
dopo l'assedio francese del 1806, oggi conserva il suo ruolo di cuore
religioso di Maratea, in quanto ospita la Basilica di San Biagio. In
più, vi si trova anche la colossale Statua del Redentore di Maratea.
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