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La città di Urbino ha origini antichissime Nulla
di preciso si conosce circa i primi insediamenti, anteriori alle
invasioni celtiche e all'insediamento dei Galli Senoni ( IV sec.
a. C. ), ma recenti ritrovamenti di materiale archeologico,
soprattutto frammenti di ceramica risalenti all’età del ferro-
confermano la presenza di un insediamento probabilmente del IV
sec. a. C. Circa un secolo più tardi, i Romani sottomisero i
Galli Senoni e rapidamente conquistarono tutto il territorio
marchigiano.Da allora iniziò la storia di Urbinum Metaurense.
La città romana di Urvinum Metaurense divenne un centro
importante durante le Guerre gotiche nel VI secolo. Venne poi
presa nel 538 dal bizantino Belisario, togliendola ai Goti, e
venne frequentemente nominata dallo storico bizantino Procopio.
Passò quindi nel dominio dei Longobardi e poi dei Franchi. Il re
dei Franchi Pipino offrì Urbino allo Stato della Chiesa.
Comunque, le tradizioni indipendenti e autonome si espressero
nella forma di governo del Comune finché, intorno al 1200, cadde
sotto il dominio dei nobili che combattevano tra loro nel vicino
Montefeltro. Questi nobili non avevano diretta autorità sul
comune, ma esercitavano pressioni per la loro elezione a
podestà, titolo che Bonconte di Montefeltro riuscì a ottenere
nel 1213, con il risultato che gli urbinati si ribellarono,
formarono un'alleanza con il comune indipendente di Rimini
(1228) e nel 1234 si reimpossessarono del controllo della loro
città. Successivamente, però, i Montefeltro riuscirono a
riprendere le redini della città che controllarono poi fino al
1508. Durante questo periodo, Urbino prese l'aspetto che in
parte ancora oggi ha, con le sue cinta murarie. Nelle battaglie
tra guelfi e ghibellini, i signori di Urbino del XIII e del XVI
secolo erano capi dei ghibellini delle Marche e della Romagna, e
si associavano con famiglie o città ghibelline.
L'esponente più famoso dei Montefeltro fu Federico, signore di
Urbino dal 1444 al 1482, condottiero di successo, diplomatico
abilissimo e patrono entusiasta di arti e letteratura. Alla sua
corte, Piero della Francesca scrisse sulla scienza della
prospettiva, Francesco di Giorgio Martini scrisse il suo
Trattato di architettura (concludendo i lavori di
ristrutturazione del Palazzo Ducale avviati da Luciano Laurana),
e il padre di Raffaello, Giovanni Santi, scrisse il suo
resoconto poetico dei principali artisti del periodo. La corte
brillante di Federico, attraverso le descrizioni di Baldassarre
Castiglione ne Il Cortegiano, introdusse i caratteri del
cosiddetto "gentiluomo" in Europa, che rimasero fino alla I
Guerra Mondiale.
Cesare Borgia spodestò Guidobaldo da Montefeltro, duca di
Urbino, e Elisabetta Gonzaga nel 1502, con la complicità del
padre Papa Alessandro VI. Dopo il tentativo di Papa Medici,
Leone X, di nominare un giovane Medici come duca, Urbino rimase
parte dello Stato Pontificio, sotto la dinastia dei duchi Della
Rovere.
Nel 1626 Papa Urbano VIII incorporò l'indipendente Ducato di
Urbino nei territori papali, dono dell'ultimo duca Della Rovere,
ritirato dopo l'assassinio del suo erede, affinché fosse
governato dal vescovo. La grande biblioteca fu spostata a Roma e
aggiunta alla Biblioteca Vaticana nel 1657. La storia successiva
di Urbino è parte della storia dello Stato Pontificio e, dopo il
plebiscito del 4 novembre 1860, della Storia d'Italia.
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