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Il Duomo.
La realizzazione del Duomo o Santa Maria del Fiore fu avviata da
Arnolfo di Cambio nell’anno 1296; secondo alcuni studiosi il progetto
di Arnolfo era notevolmente diverso rispetto all’attuale struttura
della Chiesa, pur se le mura perimetrali appartengono al progetto
iniziale. Con la morte di Arnolfo, intorno al 1310, i lavori subirono
un rallentamento e ripresero nell’anno 1331 quando i magistrati
dell'Arte della Lana si assunsero la cura della costruzione; nel 1334
Giotto fu nominato capomastro dell'Opera e si occupò prevalentemente
della costruzione del campanile; a seguito della morte di Giotto i
lavori proseguirono fra interruzioni e riprese fino a quando, col
concorso bandito nel 1367, fu accettato il modello definitivo proposto
da quattro architetti e da quattro pittori. Nell’anno 1378 fu conclusa
la volta della navata mediana, nel 1380 furono ultimate le navate
minori e tra il 1380 ed il 1421 furono costruite le tribune. Nel 1434,
poi, fu realizzata la cupola ottagonale -costituita da due calotte di
forma ogivale tra loro collegate- secondo il progetto di Filippo
Brunelleschi; il tempio dedicato a S. Maria del Fiore, pertanto, fu
consacrato il dì 25 marzo dell’anno 1436. Il Duomo è caratterizzato da
notevoli diversità di stile (a testimonianza del lungo periodo di
tempo trascorso per il suo completamento) sicchè all'esterno -nel
disegno delle fiancate con le arcate cieche a tutto sesto- sono
evidenti reminescenze romaniche, l’interno -con le grandi arcate e
volte ogivali- è gotico, la cupola è rinascimentale e, infine, la
facciata -pur ricalcando lo stile gotico- è ottocentesca.
Il Battistero.
Caratterizzato dalla pianta ottagonale, il Battistero è interamente
rivestito di lastre in marmo. Di assoluto pregio sono le tre porte in
bronzo poste sui tre lati della costruzione: la porta sud presenta
formelle con figurazioni in rilievo di Andrea Pisano; la porta nord ha
i battenti ornati dalle storie della vita di Cristo di Lorenzo
Ghiberti e la porta est –denominata da Michelangelo la porta del
Paradiso- è il capolavoro rinascimentale del Ghiberti e dei figli.
L'interno presenta una cupola ogivale rivestita di mosaici
d’ispirazione bizantina e le pareti sono rivestite di marmi bicolore.
Il Campanile.
La realizzazione del Campanile fu avviata da Giotto nell’anno 1334,
proseguita da Andrea Pisano e conclusa da Francesco Talenti nell’anno
1359; caratterizzato da pianta quadrata è designato come la più alta
testimonianza dell'architettura gotica fiorentina del trecento.
La Chiesa Santa Maria Novella.
La realizzazione della Chiesa Santa Maria Novella (appartenente
all'ordine domenicano) fu avviata nell’anno 1246 dai frati domenicani
Sisto e Ristoro ma fu sostanzialmente conclusa solo nell’anno 1360 da
Fra' Jacopo Talenti da Nipozzano. La celebre facciata fu ultimata da
Leon Battista Alberti che, in questo capolavoro rinascimentale,
ricalcò gli elementi presenti nelle antiche chiese romaniche
fiorentine (come il rivestimento marmoreo bicolore e le arcate cieche)
e, con geniale innovazione, inserì i due raccordi laterali
racchiudenti grandi dischi intarsiati. L'interno, a croce latina, è
diviso in tre navate da pilastri polistili sostenenti archi e volte
ogivali a crociera; numerose, inoltre, sono le opere d'arte ivi
presenti, quali: Trinità, Maria e Committenti, celebre affresco di
Masaccio; un Crocifisso del Brunelleschi; il Crocifisso su tavola di
Giotto ed un ciclo di affreschi di Domenico Ghirlandaio rappresentanti
Storie di Maria e del Battista. Dal portale barocco (a sinistra della
facciata), inoltre, è possibile accedere ai suggestivi Chiostri di
Santa Maria Novella.
Santa Croce e Cappella de’ Pazzi.
La Basilica francescana di Santa Croce, attribuita tradizionalmente ad
Arnolfo, fu consacrata nell’anno 1443; è una delle più belle Chiese
gotiche presenti in Italia. L'interno gotico è a croce egizia, diviso
in tre navate da pilastri ottagonali che sorreggono grandiose arcate
ogivali; la chiesa ospita un gran numero di straordinarie opere
d'arte, quali: il pulpito marmoreo ottagonale di Benedetto da Maiano;
l'Annunciazione ed il Crocifisso ligneo di Donatello; gli affreschi
della Cappella Peruzzi e quelli con Storie di S. Francesco nella
Cappella Bardi di Giotto. Il Museo dell'Opera di S. Croce vanta alcuni
dei maggiori capolavori dell'Arte fiorentina, con opere di Cimabue,
Orcagna, Donatello e Domenico Veneziano, alcune danneggiate
dall'orribile alluvione dell’anno 1966.
Uno straordinario portale quattrocentesco di Giuliuano da Maiano,
posto sul fondo del chiostro e preceduto da un portico su sei colonne,
introduce nella Cappella de’ Pazzi del Brunelleschi, rimasta
incompiuta nella parte superiore. Sulle arcate è impostata la cupola a
ombrello con 12 spicchi a vela, illuminata da piccoli occhi che si
aprono nelle lunette.
Chiostro di San Lorenzo.
L'attuale costruzione, realizzata per la maggior parte a spese dei
Medici, fu avviata nel 1419, sospesa e ripresa dal Brunelleschi nel
1442 ed ultimata dal suo allievo Antonio Manetti. L'interno, a croce
latina, è diviso in tre navate da colonne con capitelli corinzi, ove
sono impostate arcate a tutto sesto; la balconata sulla facciata
interna è di Michelangelo. Tra le opere spiccano i due pulpiti con
bassorilievi bronzei disegnati da Donatello e l'Annunciazione di
Filippo Lippi. Dall'interno della Chiesa è possibile accedere al
brunelleschiano Chiostro di S. Lorenzo, ove è sito l'ingresso alla
straordinaria Biblioteca Mediceo-Laurenziana.
La Chiesa di Santa Maria del Carmine.
Ultimata nell’anno 1476, la Chiesa conserva sui fianchi tracce
dell'originaria struttura romanico-gotica; in parte distrutta da un
incendio (1771), fu rifatta internamente da G. Ruggieri e G. Mannaioni.
L’interno settecentesco, a croce latina, presenta un'unica navata; in
fondo al braccio destro si apre la famosa Cappella Brancacci ornata
dagli affreschi di Masaccio, Masolino e Filippino Lippi.
Chiesa di Santa Maria Maggiore.
Considerata una delle Chiese più antiche di Firenze, la Chiesa di
Santa Maria Maggiore è anteriore all'XI secolo; ricostruita nella
seconda metà del XIII secolo con forme gotiche, essa è caratterizzata
dall'interno ogivale -a tre navate- divise da arcate a sesto acuto
-sostenute da pilastri a sezione quadrata- e terminante con tre
cappelle a fondo piano.
La Chiesa di Santa Trinità.
Nonostante la facciata in pietra di tardo gusto tardo cinquecentesco,
la Chiesa di S. Trinita è fra le più belle realizzazioni gotiche
presenti in città. L'interno, a croce egizia, è ripartito in tre
navate divise da pilastri ove poggiano archi a sesto acuto e volte a
crociera. I restauri, effettuati a seguito dell'alluvione del 1966,
hanno riportato alla bellezza originaria gli affreschi delle cappelle.
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